00:00 29 Giugno 2009

La minaccia si chiama Kelvin-Helmholtz

Un cirro che segnala forti turbolenze in quota: un pericolo per gli aviatori.

Sembrano capelli d’angelo, delicati ed innocui. In realtà i cirri Kelvin-Helmholtz segnalano forti turbolenze in alta quota e sono un campanello d’allarme per i piloti.

Non sono nubi facili da osservare, giacché permangono nel cielo solo pochi minuti. La tipica forma spiraleggiante rende però questo genere di cirri inconfondibili.

Tanta spettacolarità è dovuta ad una discontinuità del vento in quota: una corrente d’aria va in una direzione ad una certa quota, un’altra appena sotto procede nella direzione opposta. Così si creano questi piccoli vortici con tanto di cavo e cresta d’onda.

Il movimento rotatorio è però molto più intenso di quanto si possa credere e non si limita a rimanere “in bilico” lungo la cresta dell’onda come ad esempio avviene negli altocumulus lenticularis.

I cirri Kelvin-Helmoltz, il cui nome si deve ai due fisici che per primi ne hanno descritto il fenomeno, si formano solo se ad altitudini superiori ai 5000 m c’è l’umidità sufficiente a favorire la condensazione, altrimenti restano invisibili, costituendo davvero una minaccia fantasma per gli aviatori, i quali si possono trovare nel mezzo di una turbolenza senza accorgersene.
Autore : Alessio Grosso