La Maiella é amministrativamente nella provincia di Chieti e da qui gli autoservizi raggiungono tutti i centri della zona. Il periodo più adatto per visitarla é l'estate quando anche nei punti più reconditi é scomparsa la neve e la vegetazione rigogliosa offre un paesaggio smagliante, con le tonalità di colori più suggestive.
Accostandosi alla Maiella dal lato adriatico questa appare imponente; nasconde però le cime che sono le più alte dell'Appennino. Il Monte Amaro, che misura m 2793, é in terra d'Abruzzo secondo solo al al Gran Sasso d'Italia. E' un anticlinale (piega della crosta terrestre convessa verso l'alto) formato da rocce calcaree depositatesi in mare poco profondo. Il versante orientale é tondeggiante, senza aver subito fratture.
L'erosione meteorica ha scavato valloni, anche a quote elevate, che si immergono nelle argille con smottamenti; precipizi con orridi impressionanti si trovano a monte della strada che corre sui 600-700 m. Tra i valloni é notissimo quello di Taranta poiché, nel mezzo della sua parte sinistra, si apre la Grotta del Cavallone che é la cavità carsica più straordinaria tra le numerose della Maiella. La grotta, visitabile, ha un corridoio sotterraneo che si sviluppa per circa 2 Km tra strettoie, slarghi, e laghetti, con stalattiti e stalagmiti di rara bellezza e suggestione.
Le rocce della Maiella sono molto assorbenti; pertanto i corsi d'acqua che scendono sono a tratti poveri salvo quando incontrano le argille impermeabili. Le sorgenti del Verde hanno acque abbondanti e purissime che hanno incrementato l'industria delle paste alimentari a Fara San Martino, centro popoloso e importante. Il clima é piuttosto mite e l'olivo che risale il pendio fino a quasi 700 m, é una delle poche piante che ancora vengono curate. I terreni abbandonati sono infatti molti, invasi da ginestre e cespugli di felci. Le fiancate della Maiella esposte a nord sono ammantate da faggete sino oltre i 1800 m.
A quota 650 m si trovano lecci e ornielli che testimoniano temperature invernali miti. Nel vallone di Selvaromana si può ammirare un folto ed inaccessibile bosco; mentre sui dirupi si arrampicano i sempreverdi a ciuffi. Il WWF ed il Servizio Forestale hanno creato delle oasi naturali e introdotto nuovamente, nel 1990, il camoscio d'Abruzzo che non era più apparso da oltre due secoli sulla Maiella.