00:00 10 Giugno 2011

La lagnanza per la pioggia

Ci sono state zone in cui non è piovuto per tutta la primavera, arriva qualche temporale e subito qualche buontempone ci riempie di insulti.

Non può piovere. Non si può accogliere serenamente qualche temporale dopo che, per oltre due mesi e mezzo, su gran parte del nord Italia e su parte del centro non è quasi mai piovuto. Certo, l’ho detto molte volte: le piogge temporalesche estive non sono benefiche come quelle primaverili, perchè scaricano l’acqua in modo più localizzato, più violento, con situazioni grandinigene che possono danneggiare i raccolti (anche se lo stato di calamità viene richiesto spesso con troppa facilità).

"Basta pioggia" mi scrivono  "vogliamo il caldo". Ma come? Siamo qui da anni a fare educazione ambientale, a cercare di avvicinare le persone alla meteorologia in modo meno stereotipato, e ancora sento ripetere sempre le stesse frasi.

"Voi gioite quando piove eh?" mi scrivono. Noi gioiamo anche quando c’è il sole, specie perchè riusciamo a portare fuori casa i nostri figli, ma gioiamo parimenti per condizioni atmosferiche stimolanti. Chiaro che ci affascina un temporale, altrimenti cambieremmo lavoro e se ci fosse sempre il sole saremmo costretti davvero a cambiarlo. 

La cosa curiosa è che gli scienziati ci ripetono in mille salse che entro 70 anni il clima mondiale sarà stravolto, che non avremo più acqua potabile da bere, che fonderanno i ghiacciai, che arriveranno nuove e sconosciute malattie dovute alla sovrappopolazione, all’aumento delle temperature, e anche ammesso e concesso che si tratti di dati esagerati, la nostra unica preoccupazione è che ci sia il sole e faccia caldo?

Ma dove vivete, mi chiedo, in un EDEN? No, perchè sto in uno squallido quartiere di periferia, i cui marciapiedi sono impestati dagli escrementi dei cani, dal vomito di gente che di notte non sa fare altro che ubriacarsi, dai resti del mercato settimanale che lascia in eredità al quartiere un puzzo di pesce indescrivibile. Quando il sole picchia e arroventa l’asfalto tutto diventa ancora meno sopportabile e bastano due giornate di caldo vero e senza vento per apprezzare tutto il disagio offerto dal cemento, dagli scarichi degli autoveicoli e dalla inciviltà di chi vive in questa città.

Nella mia condizione, facendo un rapido calcolo, si trovano molti milioni di italiani, che il caldo giustamente lo vogliono in vacanza, ma non ci fanno una gran malatta per sopportarselo in città sino ad agosto, stando chiusi negli ambienti condizionati a buscarsi qualche bella bronchite fuori stagione.

State tranquilli: perchè l’estate non se la porta via nessuno, anche nelle annate peggiori una bella ondata di caldo è sempre arrivata, dunque basta pazientare un po’.

Autore : Alessio Grosso