00:00 5 Settembre 2008

L’IPCC trema, global warming in crisi?

Il 2008 mostra un primo vero stop della crescita delle temperature medie globali.

Stando agli ultimi dati forniti dai vari centri di ricerca meteorologica e climatica, il 2008 sembra regalarci un calo delle temperature medie mondiali.

Certamente nell’ultimo secolo la temperatura media del globo è salita molto, di quasi un grado.

Quali sono le cause di questo riscaldamento?

Fino a qualche anno fa volevano farci credere senza appello che si trattasse di una cbiara responsabilità umana, ma negli ultimi anni qualche dubbio è cominciato a serpeggiare tra l’opinione pubblica, grazie a un gruppo di scienziati sempre più numerosi e agguerriti che ha portato tesi alternative e credibili, controbattendo colpo su colpo al catastrofismo gratuito diffuso dai media e da taluni enti vicini all’ambientalismo più esasperato.

Andando a vedere il grafico riguardante le temperature medie globali, notiamo come il 2008 sembra sia destinato a chiudere l’anno con temperature in calo rispetto al trend di salita medio.

Se confermato, sarebbe un dato davvero importante sul quale riflettere.

Non deve tanto far meditare l’anno preso singolarmente, un anno di calo non basterebbe a dire che il GW si trovi in una fase di stasi, ma bisogna guardare l’intero decennio e confrontarlo col trend di salita delle temperature dell’ultimo secolo.

Ecco allora cosa possiamo dedurne:
– Il forte rialzo delle temperature del 1998, causato dal ben noto “El Nino”

– Il rallentamento del GW dal 1999-2000, fino ad arrivare al debole calo degli ultimi 4-5 anni.

Ora la domanda sorge spontanea: perché la temperatura ha smesso di salire, nonostante la concentrazione in ppm (parti per milione) di Co2 nell’atmosfera aumenti ancora in maniera pressochè costante?

Ebbene non esiste una precisa risposta, si teorizza che esista un “feedback”, una sorta di retroazione, una manovra di riassorbimento da parte della natura, la quale cercherebbe di contro-bilanciare il sistema in presunto disequilibrio.

Si tratta però probabilmente di una giustificazione riduttiva.

Tuttavia, stanno nascendo nuove teorie, le quali comincerebbero ad accostare i cambiamenti climatici alle oscillazioni multi-decadali oceaniche.

E perché no, visto che gli oceani rappresentano il 72% della superficie terrestre, perché non credere che eventuali cambiamenti possano essere “indotti” dalle oscillazioni oceaniche?

Se infatti andiamo a “spulciare” negli archivi climatici qualche accostamento lo si può fare tranquillamente.

Il caso più eloquente, è quello che riguarda le oscillazionidegli oceani avvenute dopo il 1976.
I quattro anni successivi al 1976 videro un sensibile rialzo della temperatura degli oceani.

L’indice MEI che misura lo stato dell’ENSO, passò rapidissimamente da valori di -1.2 a valori di + 1!!!

Anche l’indice AMO (oscillazione atlantica) conobbe un sensibile rialzo, in quei quattro anni passò dalla negatività fino ad arrivare a valori neutri!

E l’altra grande oscillazione oceanica, la PDO seguì a ruota l’indice MEI.
E che successe alle temperature medie globali?
Sia le temperature a 850, 500, e 300 hpa, videro una salita netta e repentina in quei quattro anni.

Un altro accostamento “noto” è quello del 1998, che rimarrà per ora l’anno più caldo dell’ultimo secolo.

In quell’anno abbiamo avuto uno dei fenonemi di NINO più forti dell’ultimo secolo, ma anche l’indice AMO fece la sua parte con un anomalia media di + 0,404!!!

Abbiamo visto come nel passato, le oscillazioni oceaniche possano in linea teorica aver influito sul clima mondiale, ma nell’attuale andamento c’è qualche correlazione?

Ebbene si, nonostante il calo degli ultimi anni delle temperature medie globali non risulti vistoso come la salita, riusciamo a trovare degli accostamenti tra le temperature medie globali e l’andamento delle temperature oceaniche.

Le temperature medie del globo sono in calo, e sembrerebbe ormai assodato che la PDO(l’oscillazione del pacifico orientale) si sia ormai stabilizzata su valori negativi da tre o quattro anni.

Anche l’indice MEI sembrerebbe calato, e l’AMO sembra chestia per cominciare un trend in discesa.

Questa teoria non basta però a spiegare il rialzo delle temperature dal 1861 ad oggi, e per gli ambientalisti non escluderebbe le colpe dell’uomo.

Il riscaldamento globale sembrerebbe cominciare con l’avviodella rivoluzione industriale del 19esimo secolo, e la Co2 che ogni anno viene immessa nell’atmosfera è in continua crescita, e Paesi in via di sviluppo come Cina e India stanno facendo la loro parte aiutando gli “amici occidentali”.

Si potrebbe allora pensare che la maggiore presenza di Co2 nell’aria, insieme agli altri gas serra, possa avere una funzione amplificatrice o riduttrice degli effetti diretti degli oceani.

Ma anche questa spiegazione non è sufficiente, ci sono infatti stati periodi sulla Terra in cui la Co2 presente nell’aria, era di gran lunga superiore ai livelli attuali, mentre contemporaneamente le temperature del globo erano più basse e viceversa.

Ecco che allora è stato chiamato in causa il sole.

Supportati da dati reali, molti scienziati hanno dimostrato che il fenomeno del GW non è esclusiva del pianeta Terra, ma che anche gli altri pianeti del sistema solare stanno subendo un rialzo delle temperature medie.

Nonostante la veridicità di queste affermazioni, bisogna ancora scoprire e dimostrare come il sole influisca sul clima della Terra, e con quale tempistica. (studi sulle macchie solari)

Il sole ha vissuto i 3 cicli più forti dell’ultimo secolo, i quali hanno influito sul bilancio termico-radiativo del pianeta facendo innalzare le temperature degli oceani, e di conseguenza le temperature medie globali.

L’uomo dal canto suo, ha forse amplificato questi effettii immettendo nell’atmosfera miliardi di metri cubi di Co2 ed altri gas serra…

E’ così? Le temperature dei prossimi anni, considerando che stiamo attraversando una lunga fase di minimo dopo i 3 cicli solari, caleranno?
Sono domande che forse troveranno risposte già nei prossimi 5-6 anni.
Autore : Antonio Federici, adattamento Alessio Grosso