L'alta pressione è ai blocchi di partenza. I preparativi per il suo viaggio lungo il Mediterraneo si concretizzeranno nella seconda parte della settimana e il Mare Nostrum se ne crogiolerà almeno fino alla metà del mese con un primo assaggio di gradevole stabilità. E dopo?
Ogni prognosi condotta a lungo termine in questo periodo stagionale è ad alto rischio data la grande variabilità di molti elementi strutturali della circolazione atmosferica a grande scala e ai concomitanti contraccolpi anche microclimatici che rendono marzo particolarmente frizzante. Ma in questo caso accettiamo il rischio e ci buttiamo in una possibile diagnosi.
Andiamoli a vedere dunque questi indici: sia l'Oscillazione della pressione Artica, nota come AO, che il suo braccio atlantico, noto come NAO, risultano in risalita fino alla metà del mese. E i conti tornano, infatti l'alta pressione avrà via libera per tirarsi un po' su il morale dopo un inverno a pezzi, almeno in ambito mediterraneo fino alla metà del mese.
Dopo questo limite però tutto potrebbe cambiare. I contrasti ancora stridenti tra le basse latitudini, scaldate da un sole ormai alto e serio nel cielo, e quelle polari, che ancora devono smaltire i rigori della lunga notte invernale, si daranno nuovamente battaglia.
Ad innescare ancora una volta gli scambi meridiani all'origine di questo nuovo braccio di ferro, sarà probabilmente l'indice convettivo equatoriale MJO. Nonostante esso rimanga piuttosto abbottonato anche a lungo termine, pare sarà in grado di accendere comunque una scintilla all'impianto atmosferico puntando il dito verso l'alto in fase 8 tra il 15 e il 18 del mese. Cosa significa?
Significa che la spinta dinamica impressa da questa grande onda inizierà a deviare le correnti a getto costringendole a impostare determinate traiettorie. Il risultato finale, Nina permettendo, sarà l'inalberamento dell'alta pressione atlantica la quale, intorno al 20, potrebbe essere in grado di raggiungere addirittura la Groenlandia piazzandovi un bel massimo.
Va da sè che lungo il bordo orientale di questo "intruso" inizieranno a scorrere nuclei depressionari colmi di aria fredda. La traiettoria di queste onde pertubate pare al momento orientata a puntare il Mediterraneo centrale, ponendosi come obiettivo lo sfondamento attraverso l'arco alpino.
In un secondo tempo però una ulteriore soluzione prevede l'affondo ancor più occidentale di tutta la matassa perturbata, con coinvolgimento più netto dell'intero comparto mediterraneo ivi compresa anche l'Italia. Siamo nell'ultima decade del mese, questo potrebbe essere l'ultimo colpo di coda dell'inverno. Staremo a vedere. Continuate a seguirci.