00:00 7 Febbraio 2014

L’inverno dopo metà mese consegnerà le chiavi dell’Italia alla primavera?

Questa ipotesi farà storcere il naso agli amanti dell'inverno e della neve a bassa quota ma un'evoluzione dichiratamente primaverile del pattern atmosferico già entro la seconda metà di febbraio non sarà affatto da escludere. Vediamo perche.

L’intera Europa è reduce da un inverno dalle caratteristiche fortemente zonali come non si vedeva più da parecchio tempo. Le dinamiche spiccatamente meridiane che hanno dominato il tempo degli scorsi inverni, sono state completamente sacrificate dall’esordio sulla scena europea (ma non solo) di un tipo di tempo regolato dai soli capricci imposti dal flusso umido e piuttosto mite di estrazione canadese.

Un tipo di circolazione che, se da un lato sta garantendo il mantenimento di un regime pluviometrico che regala molta neve in montagna, dall’altro nega completamente l’imporsi di scenari invernali alle basse quote, dove la neve ed il freddo hanno fatto la loro comparsa molto sporadicamente. Sino alla giornata di ieri, giovedì 6 febbraio, dall’impasse previsionale sul lungo termine, emergevano segnali in merito ad una possibile evoluzione in chiave invernale del pattern atmosferico entro la terza decade di febbraio. Questi importanti segnali di risveglio (tardivo) stagionale, sono stati quest’oggi puntualmente smentiti dagli aggiornamenti più recenti. Le blande ipotesi di freddo sono completamente scomparse anche dalle tendenze a lungo termine.

Cosa potrebbe accadere durante la seconda metà di febbraio?

L’evoluzione atmosferica che si prospetta entro la fine del mese, potrebbe tendere una mano verso la primavera in modo neanche troppo velato. Come anticipato sull’articolo "Fantameteo" di giovedì pomeriggio, le ipotesi vagliate sull’evoluzione dell’atmosfera a lungo termine, presentavano ancora segnali assai incerti se promuovere la linea invernale oppure virare in direzione di una primavera anticipata come invece appare questa mattina.

Cosa negherebbe il freddo all’Europa anche per l’ultima parte dell’inverno?

Il forte calo dell’indice AO (Arctic Oscillation) previsto già nei prossimi giorni, sarà indizio di una probabile azione di blocking, con annessa marcata ondulazione del getto zonale che potrebbe intervenire in sede atlantica già entro la metà della prossima settimana. Il problema principale di questa evoluzione che sarebbe potenzialmente favorevole alla causa fredda europea, sarà rappresentato dall’area geografica nella quale il blocco andrà a costituirsi. La cresta anticiclonica potrebbe concretizzarsi nei settori occidentali dell’oceano, innescando per l’Europa conseguenze diverse da quelle che tutti si aspetterebbero.

Il baricentro delle depressioni di origine atlantica potrebbe così trasferirsi ai settori occidentali del continente e sull’oceano Atlantico orientale
, lasciando in eredità per i settori centrali ed orientali europei, un flusso di correnti meridionali umide ma anche molto miti che potrebbero penetrare sino al cuore dell’Europa, imprimendo così un’eulteriore accelerata alle manovre di conclusione stagionale di un inverno che in ambito europeo, non ha mai mostrato i denti.

Avremo modo di riparlarne…

Seguite gli aggiornamenti.

Nella cartina abbiamo proposto le anomalie di geopotenziale previste su Europa ed oceano Atlantico entro la metà di gennaio. Il persistere di una vasta anomalia negativa sull’Europa occidentale e sull’oceano, potrebbe ben presto aprire la strada ad una primavera precoce sull’Europa orientale e sul Mediterraneo.

 

Autore : William Demasi