00:00 24 Settembre 2009

L’inizio di ottobre visto con l’aiuto degli indici climatici

Verrà demolito il possente blocco anticiclonico britannico? Riuscirà il vortice polare a dire la sua sull'Europa? Tutto questo nel nostro articolo di approfondimento.

La circolazione sullo scacchiere euro-atlantico risulta ancora bloccata da un possente anticiclone. La corrente a getto polare è costretta a biforcarsi in due rami dei quali, il più vigoroso, scivola alle alte latitudini e alimenta una circolazione depressionaria a nord della Scandinavia. Quest’ultima unitamente alla vorticità negativa iniettata dal ramo discendente del getto stesso, va a gonfiare il grande anticiclone britannico chiudendo il cerchio circolatorio.

Ora, analizzando uno dei punti nodali dai quali partono le interfeneze alle onde atmosferiche delle nostre latitudini, dobbiamo tener presente un indice: la MJO, ossia l’onda convettiva equatoriale scoperta da Madden e Julian. Ebbene, pur in magnitudo non trascendentale, l’indice pare sostenere una buona convettività, con collocazione in fase 5. In altre parole ciò sta a indicare che, laddove il vortice polare tendesse a cedere, i geopotenziali sull’Europa subirebbero un netto calo, mandando in frantumi di fatto il mostro anticiclonico entro i primi giorni del nuovo mese.

E in effetti, l’Oscillazione Artica è prevista in caduta libera a ridosso del cambio di data. In realtà, dall’analisi sinottica a lungo termine, pare possa subentrare una complicazione: la calata verso l’Europa centrale di una vigorosa saccatura potrebbe per contro alimentare di sponda il grande anticiclone il quale, molto astutamente, arreterebbe solo di poche centinaia di chilometri per attingere anche una ulteriore componente, stavolta di tipo termico, dall’oceano in quel punto più freddo del normale. La manovra ne prolungherebbe ulteriormente la longevità, interferendo anche nella prima parte di ottobre con la circolazione generale e inibendo il ripristino del flusso atlantico sull’Europa.

Resa difficile, se non impraticabile, la via delle perturbazioni atlantiche, questo primo scorcio di autunno se la dovrà giocare essenzialmente con gli scambi meridiani che porteranno al cospetto del nostro Paese una imponente saccatura scandinava. La posizione del suo asse è al momento ancora in fase di studio, ma pare possa avere buone chances di puntare dritto sulle Alpi. Sarà poi la componente orografica a decidere quale versante della nostra Penisola verrà maggiormente interessata dal flusso freddo e instabile proveniente dal grande nord. Al momento, proprio in virtù della posizione ingombrante dell’alta pressione, l’ipotesi che vede maggiormente interessati i versanti orientali del nostro Paese, pare la più accreditata.

Detto questo, teniamo altresì conto che, con il trascorrere della stagione gli scambi meridiani, in virtù dei venti stratosferici e del costante minimo solare, potranno assumere sempre maggiore importanza nel periodo che ci condurrà verso l’inverno. Molto più di un Atlantico decisamente sottotono e di Nino ancora in incubazione e di fatto quasi ininfluente sulle vicende di casa nostra.
Autore : Luca Angelini