00:00 6 Settembre 2016

L’alta pressione ancorata all’Europa occidentale; le conseguenze per l’Italia

Ancora fenomeni sparsi di instabilità sulle regioni di Mezzogiorno, si consolida un deficit consistente della pioggia su alcune regioni del nord. Ecco cosa dovremo aspettarci in questa prima metà di settembre.

Trascorrono i giorni ma l’anticiclone sull’ovest del nostro continente continua ad avere il pugno duro; si deforma, si attenua, viene talvolta scalfito come in questo caso, attraverso il proprio "Tallone d’Achille", cioè dal suo fianco orientale più debole e vulnerabile ma, alla resa dei conti, lo ritroviamo sempre li, pronto a pavoneggiarsi sull’Europa e sul Mediterraneo, portando l’estate ad estendere la propria influenza anche al mese di settembre. Queste parole acquistano un senso compiuto soprattutto se rivolgiamo lo sguardo ai settori centrali ed occidentali del nostro continente, laddove l’azione calda e stabile portata dalla figura altopressoria di chiare ascendenze africane, promette di prolungare la sua permanenza a ridosso del nostro Paese per tutta la prima metà di settembre.

Li abbiamo già in parte menzionati, una doverosa eccezione meritano i settori orientali d’Europa e soprattutto i bacini orientali del Mediterraneo; per loro questo scorcio di settembre risulterà assai più normale, con precipitazioni nella media e temperature anch’esse attestate entro le medie tipiche del periodo stagionale in essere. L’affermazione di questo particolare pattern a livello generale europeo, determinerà come è logico aspettarsi, deficit piuttosto importanti della pioggia su diverse regioni dell’area occidentale d’Europa.

Volgendo poi lo sguardo alle regioni settentrionali dello stivale, i mesi di giugno e luglio sono risultati abbastanza normali, sia come temperature che sopratttutto come pioggia, mentre dalla seconda metà d’agosto abbiamo assistito all’affermazione di un regime altopressorio coriaceo e serrato che di fatto ha impedito ed impedisce tutt’ora l’arrivo dei tanto agognati break freschi ed instabili apportatori dei cosiddetti "temporali di fine stagione" che mancano totalmente all’appello, con buona pace per chi ancora si ostina a considerare tutto questo come "normalità" e non una forzatura della natura.

Abbiamo infatti sinora avuto limitati settori della Lombardia, del Veneto e del Friuli complessivamente in media sull’effettiva quantità di precipitazione relativa ad agosto, moltissime aree dell’Italia nord-occidentale stanno in realtà soffrendo di un deficit piuttosto importante, destinato ad amplificarsi ulteriormente in questa prima metà di settembre, laddove non si prevedono novità di rilievo. 

Per queste regioni un possibile cambio di guardia soltanto dalla seconda metà settembrina ma si tratta al momento più di una possibilità che di una vera e propria previsione. 

Seguite gli aggiornamenti. 

Autore : William Demasi