00:00 5 Novembre 2008

L’alluvione di Firenze: novembre 1966

Ripercorriamo senza avere la pretesa dell'esaustività ma riportando le notizie dai giornali dell'epoca, quanto è avvenuto in quel drammatico inizio novembre in Italia e in Europa.

Il giornalista Andrea Barbato, allora corrispondente per la Nazione, ricorda così la tragedia il 5 novembre: “eccola qui la laguna di Firenze. Si spalanca sotto gli occhi quando ci si affaccia dal parapetto di piazzale Michelangelo, o ci si arrampica come dei naufraghi sui viali della Ciconvallazione e al campo di Marte.

Sotto il cielo ormai senz’acqua, la città è semispenta, silenziosa, nella penombra si vede il nastro giallo, limaccioso dell’Arno, che trascina tronchi, scheletri di auto, mobili. Ma il letto del fiume si spande tra Santa Maria Novella, le Cascine e Borgo San Frediano, sembra una risaia Firenze, una vasta risaia.

Telefono queste note da un ponte radio della zona industriale, uno dei pochissimi collegamenti ancora in funzione. Le immagini sono quelle del coprifuoco, si viaggia tra carcasse di animali, autocolonne cingolate dell’esercito, truppe. Venendo da Roma lungo l’Autostrada si comincia a trovare fango dopo Incisa e fino alla Certosa, poi non si va più neppure avanti. Sui ponti non si passa, dicono che a Ponte Vecchio, nel fango che ha invaso le botteghe, gli orafi stiano frugando nella melma.

Piazza della Signoria è annegata in un metro d’acqua, le porte del Battistero staccate. Gli affeschi di Andrea del Sarto, i modellini del Brunelleschi, le armi del Bargello, galleggiano nella melma. Ma é la situazione igienica che preoccupa di più” Aggiunge Nicola Adelfi della Stampa:” Mai dall’Arno era uscita tanta acqua contro Firenze, la città è deturpata, ma si aggrava anche il dramma delle altre regioni: In Friuli 40 mila persone hanno abbandonato le loro case per la piena del Tagliamento, Trento é sepolta dall’acqua…”

Domenica 6 Novembre 1966

Dal Giorno di domenica 6 Novembre: “Pioggia, neve, vento, fiumi in piena, mare in tempesta: la morsa si sta allentando. Agli occhi della popolazione un tremendo spettacolo. Le vittime salite ad una sessantina, numerosi salvataggi con l’elicottero, linee ferroviarie sempre interrotte.
In Veneto numerosi paesi isolati. A Firenze la gente piange affamata sui tetti, 83 detenuti sono scappati dalle Murate, capolavori perduti, code per il pane.

La furia delle acque ha allagato praticamente l’intera città, causando danni ingentissimi.
Il Ponte Vecchio, flagellato dalle ondate dell’Arno, ha subito lesioni di eccezionale gravità: quasi tutti i celebri negozi di orafi sono andati distrutti.

Firenze piange le sue tremende ferite. La guerra non ha forse fatto tanti danni quanto l’acqua dell’Arno.
Dall’alba al tramonto gli elicotteri hanno già salvato 500 persone sui tetti. Le più belle piazze d’Italia sono sepolte dall’acqua che, defluendo, lascia una poltiglia nera dovuta alla nafta, i cui depositi sono stati sventrati. Strade, alberghi, negozi, tutto è sporco, marcio.
Manca l’acqua, non c’è luce, l’erogazione del gas è stata sospesa per evitare guai maggiori”.
Autore : Redazione