00:00 29 Novembre 2007

KIVALINA l’isola che non ci sarà più

Abbandonata dai ghiacci artici l'isoletta al largo dell'Alaska sta per essere inghiottita dal mare. Gli abitanti si preparano all’esodo

L’isola di Kivalina si trova in Alaska circa 150 chilometri all’interno del Circolo Polare Artico oltre lo stretto di Bering. Un tempo era il campo base utilizzato dagli eschimesi della zona durante le battute di caccia alle foche. Nel 1905 il Governo americano pensò di costruire un villaggio per rendere più ospitale l’area. La costruzione di alcune case e l’edificazione di una scuola rese abitabile l’inospitale isoletta anche se le condizioni di vita furono sempre molto spartane.

Oggi vi si contano circa 400 abitanti ma la situazione del territorio sta letteralmente precipitando a causa della inesorabile erosione indotta dall’ira di Nettuno. Fino ad alcuni anni fa l’isola era cinta per nove mesi all’anno dalla spessa coltre dei ghiacci artici. Ora il repentino riscaldamento che ha interessato in modo particolare la zona intorno allo stretto di Bering ivi compreso quello imponente dell’estate scorsa, ha liberato completamente le acque circostanti permettendo alle onde di agire indisturbate e più a lungo sulle sue coste, sfogando durante le frequenti tempeste un’azione dirompente molto intensa. D’altro canto vi è anche da sommare l’azione concomitante dell’aumento del livello marino che nelle zone artiche è molto evidente.

Nel 1938 quando l’isola fu esplorata per la prima volta, presentava una superficie emersa ben tre volte più estesa dell’attuale. Un articolo pubblicato sul “Los Angeles Time” afferma che i litorali di Kivalina non potranno resistere più di 10-15 anni alla forza del mare e dunque il territorio è malinconicamente destinato ad essere sgretolato dai flutti fino a scomparire per sempre nell’oceano.

Lo scorso anno venne eretta una enorme diga di rocce che comportò una spesa di 3 milioni di dollari e che avrebbe dovuto proteggere i litorali dall’erosione ondosa ma pare che l’azione combinata di acque salate e dissesto interno del territorio sia riuscito a frantumare anche questo baluardo. Quest’anno si sta tentando la carta dei sacchi di sabbia ma la popolazione è stremata e si prepara all’esodo.

Il problema quindi si sposta ora sul piano umano e sembra sia destinato a sommare al danno anche la beffa. Già da alcuni anni i responsabili della comunità di Kivalina non hanno alcuna intenzione di sobbarcarsi la spesa per l’abbandono dell’isola né tantomeno sono disposte a porvi rimedio le autorità governative americane. Intanto la natura farà il suo corso e nel frattempo forse Kivalina sparirà dalle carte geografiche alimentando l’immancabile mito irrisolto di una nuova Atlantide.
Autore : Luca Angelini