00:00 10 Maggio 2005

Inceppamento della Corrente del Golfo? Una prova la latitanza delle perturbazioni ma l’anomalia è ciclica

Già dal 1870 sono note agli studiosi le fasi di black out e grande vigoria del Grande Nastro.

Quante volte abbiamo letto sui giornali o ascoltato in qualche dibattito scientifico che la Corrente del Golfo sta rallentando o si è inceppata? E di conseguenza sono stati tracciati degli scenari apocalittici sull’Europa.
Tutti sicuri che sia una conseguenza dell’effetto serra, dell’isola di calore, del parziale scioglimento dei ghiacci ecc…

In realtà, quello che possiamo dedurre osservando l’andamento climatico degli ultimi anni in Europa (strettamente influenzato dalla tiepida corrente marina) è una certa latitanza delle perturbazioni atlantiche, una circolazione sempre più meridiana e le alte pressioni sempre più regine delle alte latitudini atlantiche.

È colpa dell’inquinamento? I ghiacci avanzeranno inesorabili sul nord Europa? Non possiamo dirlo con certezza matematica.

Quello che sappiamo e che forse molti non immaginavano, è che da oltre un secolo si registrano e si studiano delle intense anomalie climatiche nel nostro emisfero, a cadenza ciclica, fortemente collegate all’andamento nell’Oceano.

Ad esempio, nel trentennio che va dal 1870 al 1899, negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra, dal 1946 al 1960 e anche in misura minore negli anni Settanta e Ottanta, il clima europeo è stato condizionato da quella che è stata definita una “Grande Anomalia Salina”. Periodicamente, enormi chiazze di acqua meno salata vagavano in pieno Oceano per mesi, rallentando o bloccando la Corrente.

Conseguenze per l’Europa? Inverni rigidi, estati piuttosto fresche, maggiore piovosità. Anche alcune regioni dell’Africa ora inaridite (come il Sahel), hanno visto per qualche decennio precipitazioni abbondanti che hanno portato un illusorio benessere economico.

Al contrario, il ventennio 1900-1920, gli anni Novanta e il 2003, sono stati molto più siccitosi della norma, con frequenti episodi di caldo e afa.

Spingendosi ancora più nel passato, gli scienziati hanno esaminato dei profondi carotaggi del ghiaccio groenlandese ed hanno osservato delle variazioni di spessore anche nei precedenti secoli.

Queste variazioni sono ricollegabili ad anomalie climatiche e si ripetono ciclicamente con periodi che oscillano tra i 20 e i 50 anni. Si innescano una con l’altra come i movimenti di un pendolo: un maggior scioglimento dei ghiacci blocca la Corrente, sull’Europa fa più freddo e le nevi avanzano verso sud. Questo non fa che rendere l’acqua oceanica più salata e pesante in prossimità della Groenlandia, dunque si inabissa di più richiamando acqua più tiepida dai tropici, la Corrente riprende vigore e i ghiacci riprendono a sciogliersi, innescando un nuovo ciclo.

Quindi, per il futuro, è senz’altro un bene ridurre le emissioni di inquinanti, la biosfera nella quale viviamo non potrà che giovarne; però non lasciamoci prendere da facili allarmismi e da visioni necessariamente catastrofiche ricordando che, paradossalmente, un aumento medio delle temperature può innescare una fase gelida del ciclo.
Autore : Simone Maio