Ammesso ma ancora non concesso che si manifesti, il notevole riscaldamento previsto per la seconda decade del mese di febbraio in stratosfera con conseguente SPLIT, cioè DIVISIONE in due blocchi del vortice polare, potrebbe avere conseguenze in troposfera.
Questo però non significa automaticamente freddo severo ed estremo tardivo in Europa e tantomeno in Italia. Bisogna rifuggire da queste sintesi un po' grossolane. L'evento va certamente segnalato, ma avvisando il lettore che anche le mappe in stratosfera possono cambiare di emissione in emissione, pur presentando una maggiore regolarità rispetto a ciò che si osserva in troposfera, dove regna il caos più totale.
Il modello americano segnala la divisione del vortice polare stratosferico all'inizio della seconda decade di febbraio a seguito di un riscaldamento notevole previsto tra la Groenlandia e il settore orientale del nord America.
Il vortice polare stratosferico verrebbe diviso in due lobi: uno centrato addirittura sopra la California (senza che questa si accorga di nulla...) e l'altro sulla Siberia.
Naturalmente è facile che possa verificarsi un disturbo notevole anche all'attività del vortice polare troposferico, così come peraltro succede spesso alla fine di ogni inverno, ma intanto per tutta la prima decade ad oggi è previsto ancora un rafforzamento almeno parziale della zonalità con poche occasioni per l'inverno vero di farsi strada sull'Europa.
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Il vortice polare stratosferico si spaccherà'? Quali potranno essere le conseguenze?
Influenzerà anche la troposfera e il nostro inverno? Forse da metà febbraio, ma non ora.
In primo piano - 30 Gennaio 2018, ore 09.02
Autore : Alessio Grosso
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