00:00 28 Marzo 2006

Il tornado di Amburgo: le possibili cause

Qualche dettaglio tecnico in più per capire un fenomeno fuori stagione.

Nella giornata di ieri abbiamo messo l’accento sulle alte temperature che si stavano registrando in Germania, con punte di 21-22°C in Baviera e 18-19°C nel nord del Paese.
L’Europa centrale infatti era stata investita in pieno dal flusso di aria mite di origine subtropicale che invece sull’Italia si è fatto sentire prevalentemente solo in quota, portando banchi nuvolosi e qualche pioggia nelle zone esposte.

La Germania però viveva questa situazione in regime di bassa pressione, con l’aumento delle temperature direttamente associato al settore caldo di un vasto e debole sistema frontale.
Paradossalmente potrebbe essere stata proprio la debolezza della perturbazione principale la causa scatenante del tornado; difatti il fronte freddo in arrivo al suolo verso sera si trovava a dividere aria mite preesistente con deboli venti da sud-ovest ed aria un po’ meno mite (ma non troppo) in arrivo con venti deboli da ovest-sudovest, insomma in arrivo da una direzione simile.
In termini tecnici, il wind-shear direzionale generato dal fronte freddo era molto basso, ed oltretutto il calo della temperatura dopo il passaggio del fronte stesso non è stato immediato, quindi i 17-18°C si sono trascinati per qualche ora, fino a sera.

Ma dopo il passaggio del fronte freddo al suolo (debole, lo ribadiamo) rapidamente ha cominciato ad affluire una ingente massa di aria fredda artica in quota, con direzione di movimento da ovest verso est; l’aria quindi si è rapidamente instabilizzata, e le condizioni favorevoli hanno portato alla formazione di cellule temporalesche post-frontali (molto intense, visto il “carburante” in termini di aria mite ed umida rimasto in prossimità del suolo).

Ora, lungo il fronte di avanzata dell’aria fredda in quota (che poteva essere assimilato come il fronte freddo IN QUOTA di tutto il sistema) le nubi temporalesche si sono organizzate quasi ovunque in ammassi multi-cellulari; ma in alcuni punti si sono formate vere e proprie SUPERCELLE, la cui genesi è stata favorita soprattutto da:

– Wind-shear postfrontale favorevole (l’aria fredda in quota è stata introdotta da una Jet-Streak, ossia da un improvviso ed ingente rinforzo del vento d’alta quota da W-SW).

– Jet Streak che ha agito POCO A SUD DI AMBURGO, generando le condizioni ideali per un’improvvisa divergenza delle correnti in quota, e quindi, combinandosi con il wind-shear favorevole, favorendo la genesi di cumulonembi in rotazione in senso antiorario su un asse verticale (supercelle appunto).

– La presenza di altri intensi ammassi temporaleschi nelle vicinanze, fattore questo che potrebbe aver ulteriomente incentivato la convezione per alcune decine di minuti.

Probabilmente l’orografia (pressoché piatta) della zona non ha avuto alcun ruolo, mentre magari la vicinanza di un bacino d’acqua relativamente calda (l’estuario piuttosto profondo di un fiume) potrebbe aver contribuito al continuo rifornimento di carburante in termini di vapor acqueo a bassa quota.

In definitiva se la perturbazione principale fosse stata un po’ più intensa al suolo probabilmente non ci sarebbe stata la formazione di supercelle.
Va sottolineato comunque che le supercelle sono fenomeni che si verificano anche in Italia ma, per quanto riguarda le località vicine al mare, solo RARAMENTE e specie nei mesi primaverili o tardo estivi; tuttavia di solito passano senza essere notati perché dalle nostre parti quasi mai sono in grado di generare trombe d’aria o grandinate violente.
Più comuni sono le supercelle (più probabili in estate o alla fine della stagione) in Pianura Padana, dove gioca un ruolo fondamentale l’orografia.

Resta comunque il fatto che il fenomeno vorticoso in esame risulta probabilmente fuori stagione, ma questo non deve assolutamente far pensare a chissà quali catastrofi con il passare dei mesi e l’arrivo del caldo; la Germania infatti da sempre è soggetta a tornado ogni anno, anche con una certa frequenza, in quanto facilmente raggiungibile dalle masse d’aria calda ed umida in arrivo dal Mediterraneo e poi dall’aria fredda artica, grazie alla mancanza di catene montuose, un po’ quello che succede negli States (anche se in misura minore).
Autore : Lorenzo Catania