00:00 30 Aprile 2013

Il tempo, le feste e i meteorologi: storie di capricci tutti italiani

Il lungo ponte tra il 25 aprile e il Primo Maggio diviso tra il maltempo di molte regioni del nord e il caldo del nostro meridione. Nel mezzo il centro a fare da cuscinetto tra il sole del mattino e le nubi attese nel pomeriggio. Un tempo che deve far riflettere sulle difficoltà delle previsioni meteo in Italia.

 E’ da periodi come questi che i Meteorologi italiani possono dimostrare di viaggiare una spanna sopra gli altri colleghi europei o, se vogliamo, anche americani. Pur essendo la Meteorologia in Italia una scienza ancora troppo d’elite rispetto a quei Paesi, con tante bocche che parlano ma poche teste che effettivamente hanno studiato, la differenza tra gli addetti ai lavori sta proprio nel districarsi tra la complessità estrema del clima italiano.

Prendete ad esempio la giornata di ieri lunedì 28 aprile, e diteci come fosse possibile, magari una settimana o dieci giorni fa, stilare una previsione che potesse accontenare tutti. Una perturbazione che ha ballato la tarantella fino all’ultimo tra Francia, Spagna e Italia, un’Italia a sua volta lunga più di 1000 chilometri che ha visto alla fine regioni dentro e altre fuori, regioni sotto il diluvio e altre sotto un sole quasi estivo. Nel mezzo, in un limbo, quel che rimane dello Stivale con un tempo che non è nè carne nè pesce, magari bello al mattino e grigio al pomeriggio, o viceversa, come nel caso della Sicilia. Insomma, un braccio di ferro all’ultimo colpo di isobara tra un ciclope depressionario atlantico e un mostro aniciclonico africano non è proprio come una partitella a flipper.

Quello che documentiamo nelle due immagini vuole descrivere in sintesi estrema quanto sia diverso il clima italiano, anche solo alle prese con una semplice, per quanto capricciosa, perturbazione. La neve che giace ancora abbondante nei fondovalle aostani fin sotto i 2000, con il capoluogo fermo a 12°C, contro i 33°C di Palermo e i 32°C di Trapani ma anche i 30°C di Roma, notevoli per fine aprile.

Nel mezzo, sempre sotto i riflettori, i Meteorologi che quotidianamente lavorano ore nel silenzio delle loro carte per entrare poi nelle nostre case con quattro righe o poche parole ma messe al punto giusto. Per 360 giorni all’anno "ci azzeccano", o meglio, stilano una prognosi corretta ma non ricevono nè onori nè gloria. Magari negli altri cinque giorni all’anno si giocano la reputazione o la carriera con un piccolo e il più delle volte incolpevole errore, ma proprio sotto i riflettori dei tormentati ponti festivi di primavera. E tutti subito parte il dagli all’untore: "Non ci azzeccano mai!"

Eppure anche domani, anche dopodomani, anche tra 10 anni i Meteorologi saranno sempre le sentinelle delle nostre giornate, tanto criticati quanto amati, ormai sicuramente indispensabili, sempre e comunque al servizio della gente e della loro stessa passione.

Autore : Luca Angelini