00:00 3 Aprile 2007

Il problema della speculazione edilizia

La smania di costruire ha determinanto in passato danni molto gravi al nostro partimonio naturalistico. Solo adesso si cerca di porre un rimedio agli errori fatti.

Autentici grattacieli in mezzo al verde, alberghi di sette piani costruiti su tratti di costa incontaminati, palazzoni stile “periferia cittadina” che dominano borghi caratteristici o paesini di montagna, dove il caos della città e l’inquinamento sembrano distanti anni luce.

La speculazione edilizia è sicuramente un problema grave, che deturpa il nostro patrimonio naturalistico. Troppe volte siamo costretti ad ammirare autentiche brutture, costruite senza un minimo di senno e molto spesso non utilizzate a fini pratici.

La situazione nel nostro Paese è andata progressivamente peggiorando a partire dagli anni 60, quando il “costruire” era divenuto quasi una moda.

A farne maggiormente le spese sono stati i luoghi di villeggiatura più classici, sia in alta montagna che in riva al mare. La presenza sempre maggiore di turisti, sia nel periodo estivo che invernale ha reso necessario, secondo alcuni, la costruzione di alberghi o palazzine in modo da accogliere nel migliore dei modi qualunque vacanziero.

In un primo tempo la cosa poteva anche essere concepita: maggiore turismo era sinonimo di maggiore guadagno per i comuni interessati. Tuttavia, come spesso succede, la situazione a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 80 è sfuggita di mano. Parola d’ordine: costruire!

In pochi anni molti paesi, che fino a poco tempo prima avevano conservato le loro caratteristiche, si sono ritrovati letteralmente “sormontati” da ” casermoni” di ogni genere.

Addirittura si è arrivati anche ad incendiare boschi e prati per potere, un domani, ultilizzare a fini costruttivi quei terreni ormai brulli e senza più valore naturalistico. Per non parlare delle opere lasciate incompiute sui tratti di mare più suggestivi, i “mostri” come vengono chiamati oggi,

Insomma, il business dell’edilizia si è presto trasformato in speculazione vera e propria e l’Italia ne sta pagando le conseguenze ancora adesso.

Fortunatamente ogni volta che il male dilaga, si cerca di trovare una cura per fermarlo. In questi ultimi anni si sono stabiliti vincoli particolarmente rigidi per limitare al massimo la costruzione di fabbricati in zone ad alto valore naturalistico.

L’istituzione di parchi regionali o nazionali garantiscono ora la massima protezione del patrimonio naturalistico presente al loro interno, vietando tassativamente la costruzione di qualunque tipo di immobile, se non specificatamente autorizzato.

Anche un terreno percorso dal fuoco non può più essere edificabile. In questo modo anche gli incendi cosigdetti ” di interesse” sono stati in parte eliminati.

Inoltre alcune fondazioni si sono fatte carico di abbattere i fabbricati fatiscenti acquistandoli dai rispettivi proprietari. I fondi incamerati, in seguito, sono stati messi a disposizione per le opere di smantellamento dei cosidetti “mostri”, tramite l’installazione di cariche detonanti nelle loro fondamenta.

In sostanza sembra che l’uomo stia cercando adesso un rimedio agli errori fatti in passato. Questo è sicuramente un fatto positivo, che ha portato già dei risultati concreti sotto il profilo naturalistico. Speriamo che si continui su questa linea e che gli scempi fatti in un passato non troppo lontano non tornino più.
Autore : Paolo Bonino