00:00 3 Marzo 2010

Il NODO freddo di domenica, cosa potrebbe accadere?

Freddo o non freddo? Neve o non neve? Tracciamo una analisi di quanto ci attende nel giorno dell'ultimo saluto del Generale inverno.

L’inverno si gioca il tutto per tutto. Come promesso, dopo aver lasciato spazio ai primi vagiti simil-primaverili, il nostro Generale si ripresenterà all’uscio del Bel Paese per elargire l’ultimo saluto prima del suo congedo deninitivo. Il punto nodale della manovra nella giornata di domenica 7 marzo.

Tutto partirà dal vicino Atlantico, dove una massiccia pulsazione anticiclonica subtropicale si proietterà lungo i meridiani fino ad agguantare le Isole Britanniche. Ne risulterà un blocco noto tecnicamente come “rex blocking”, il quale costringerà la corrente a getto ad una biforcazione forzata.

Il ramo settentrionale devierà verso le alte latitudini per poi ridiscendere durante il weekend sul cuore dell’Europa, con mire di conquista verso il Mediterraneo centro-occidentale. In realtà il fiume di vento mirerà a risaldarsi con il ramo principale del getto, il quale scorrerà con i suoi massimi sui cieli del nord Africa fino a lambire le nostre regioni meridionali.

Ora, cosa serve conoscere le traiettore del getto? Principalmente per capire dove si collocheranno con maggior probabilità i minimi di pressione legati alla circolazione sinottica. Ebbene, nella giornata di domenica il ramo secondario della corrente a getto, quello sfuggito verso nord, ridiscenderà da settentrione, impostando poi una nuova curva a gomito proprio sulle nostre regioni settentrionali per poi ripartire verso i Balcani. La logica porterebbe a pensare che il sacco depressionario disegnato da questa traiettoria punterà il suo asse proprio sul nostro settentrione, dove, tra l’altro, maggiore sarà la probabilità di avere forti correnti verticali e quindi costruzioni nuvolose e precipitazioni.

In realtà l’atmosfera è una struttura tridimensionale e occorre considerare quanto andrà profilandosi anche alle quote inferiori. Ecco subito un primo problema: la traiettoria della bassa d’aria legata alla saccatura dovrà vedersela con l’attraversamento dell’ostacolo alpino. Da una analisi delle carte a 700 e a 850 hPa, rispettivamente alle quote altimetriche di circa 3000 e 1500 metri, notiamo che il blocco di aria fredda in arrivo dalla Polonia impatterà l’arco alpino con una traiettoria nord-orientale.

Ne risulterà un rimbalzo della massa d’aria fredda verso ovest, più attivo in media troposfera, un trafilamento secondario, più attivo alle quote inferiori, attraverso la porta adriatica e una conseguente parziale dispersione della stessa per attrito. A questo dobbiamo aggiungere anche la posibilità che parte dell’aria sia costretta a scavalcare le creste alpine, con lo sviluppo di un minimo sottovento nei pressi del mare di Corsica.

Insomma, come vedete, un bel minestrone, al quale dobbiamo senz’altro aggiungere i “salti” dell’aria fredda al di sopra dei suoli continentali, ormai riscaldati da un sole di marzo non più sottovalutabile. Da questi presupposti nasce l’assoluta incertezza modellistica la quale al momento vede due strade principali di risoluzione prognostica.

La prima, quantificabile in un 45%, vedrebbe il blocco freddo scivolare a ovest delle Alpi, con rientro dalla porta del Rodano in virtù del minimo descritto, in sviluppo a stretto giro di posta sul mare di Corsica e diretto velocemente verso il centro e l’Adriatico centrale. Il nord in questo caso, pur assistendo ad un calo delle temperature, ne rimarrà fuori dal punto di vista delle precipitazioni a causa dei probabili venti di Foehn in caduta dalle Alpi. Il centro e le regioni affacciate sul basso Tirreno invece sarebbero maggiormente favorite da qualche rovescio nevoso anche a bassa quota tra domenica e lunedì.

La seconda ipotesi, quantificabile in un 55%, vedrebbe il sacco depressionario scivolare sempre a ovest delle Alpi, ma la variante contempla la successiva interferenza con un minimo secondario in risalita dal nord Africa, in virtù della vorticità fornita dal ramo principale del getto che avevamo descritto al’inizio. Ebbene in questo caso la probabilità di avere precipitazioni sarabbe più concreta un po’ su tutto il Paese, con il nord che vedrebbe qualche spruzzata bianca anche a quote prossime al piano. Fiocchi qua e là anche lungo tutto l’Appennino, con sconfinamenti sulle zone collinari del medio e alto versante adriatico laddove riuscisse a innescarsi la componente convettiva con relativi rovesci.

All’estremo sud inoltre, la vorticità iniettata direttamente del getto potrebbe costruire qualche ammasso temporalesco, in particolare sulle regioni ioniche e quota neve in temporaneo calo fin verso i 1000 metri sul rispettivi tratti montuosi. Il tutto nel momeno in cui si assisterà al transito del minimo, questa volta destinato allo Ionio e comunque di più largo respiro.

Questo è il quadro tracciato con l’analisi accurata delle carte attualmente in nostro possesso. Vale comunque la regola di rimanere sempre “sintonizzati” sulle nsotre pagine affinchè le probabilità di risoluzione della questione, al momento decisamente aperta, possano venire man mano chiuse con una prognosi affidabile e definitiva.
Autore : Luca Angelini