00:00 10 Maggio 2016

Il CLIMA fino al 2070 in Europa? Più FREDDO?

Macchè! Sempre peggio! La maggior parte degli scienziati, quelli schierati con chi sostiene che l'uomo sia alla regia del clima, tracciano scenari apocalittici

A seguito delle stranezze climatiche che si sono registrate anche in Europa negli ultimi anni, sempre più nazioni sono interessate a sapere, attraverso il parere degli scienziati, come evolverà la situazione nei prossimi anni, almeno in linea generale.

Congeleremo o ci surriscalderemo sempre di più?
L’opinione scientifica si divide com’è noto in 2 grandi scuole di pensiero: i sostenitori dell’AGW (riscaldamento globale su base antropica) e per così dire "scettici".
 
I fans dell’AGW hanno realizzato uno studio che ha coinvolto 8 Paesi europei,  presentato al centro internazionale di studi dei cambiamenti climatici Climatic Research Unit di Norwich, Gran Bretagna. Cosa hanno detto? Quello che già sapevamo.
"Avverranno numerosi cambiamenti nel clima del vecchio Continente: le temperature saliranno così tanto da modificare usi, costumi e da incidere sull’economia".

La ricerca, durata 3 anni e basata su modelli statistico-matematici ha svolto delle previsioni climatiche sino al 2070 con le relative conseguenze su bacini d’acqua, turismo, agricoltura, boschi, approvvigionamento energetico e sicurezza.

"Le ondate di caldo saranno più intense e persistenti, mentre le stagioni fredde saranno più brevi. I giorni con temperature sotto lo zero diminuiranno fino a quattro mesi nel nord Europa entro il 2070. Le zone mediterranee subiranno lunghi periodi di siccità d’estate e piogge torrenziali con allagamenti d’inverno, i temporali invernali aumenteranno soprattutto nell’Europa dell’ovest.

Per quel che riguarda le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici, "risentiranno della nuova situazione i settori del turismo, dell’energia, della sicurezza. In crisi anche lo sport invernale sulle Alpi dove sarà possibile sciare solo con la neve artificiale, con un aumento dei costi: lo spessore della neve diminuirà infatti del 20-40% entro il 2025".

"I periodi di siccità intensa e prolungata cambieranno le abitudini degli europei in fatto di vacanze estive: le ferie primaverili saranno preferite rispetto a quelle di ferragosto e gli abitanti del sud Europa dovranno spostarsi più a nord, in cerca di refrigerio".

"L’agricoltura subirà delle perdite a causa della riduzione dei raccolti. Le colture infatti avranno un periodo di crescita minore, saranno possibili maggiori stress termici durante il periodo della fioritura e un maggior rischio di allagamenti durante quello della semina. Queste condizioni saranno avvertite con maggiore entità nel sud del Mediterraneo e nel nord Africa. È atteso anche un maggior rischio di incendi dei boschi per un aumento di giorni secchi e caldi."

L’estate del 2003 è stata la più calda dal 1500, e in quel caso sono andati distrutti per incendio mezzo milione di ettari di foreste nell’Europa del Mediterraneo. E ogni ettaro costa all’economia europea dai 1000 ai 5000 euro.

Anche la produzione dell’energia idroelettrica in Europa è a rischio in condizioni di temperature estreme. Infine, considerato il tasso di rischio maggiore di calamità naturale, aumenteranno in proporzione i premi assicurativi per i beni immobili.

Autore : Alessio Grosso