00:00 1 Febbraio 2008

Il clima di Bolzano: seconda puntata

L'immane lavoro di Marco Bonatti nella sintesi proposta da MeteoLive.

La diffusione di specie vegetali normalmente presenti a latitudini più basse è testimone di un regime climatico non propriamente di montagna: i botanici infatti definiscono tutta la piana lungo il letto del fiume Adige, da Salorno a Merano, e l’ultimo tratto della Valle dell’Isarco un distretto “insubrico orientale” o, con termini più comprensibili “submediterraneo” o “della Roverella” (Quercus Pubescens). L’occhio attento di chi entra in Alto Adige attraverso uno dei passi alpini non mancherà di notare il passaggio dalla severa natura del centro Europa ai variopinti habitat dal vago sapore mediterraneo del versante alpino meridionale.

Va sottolineato che i versanti dei monti posti a nord della conca sono di gran lunga i più riparati e favorevolmente esposti in ogni stagione al tepore del sole, ma il fatto che vi si trovino forme vegetali che ricoprono isole situate in pieno mediterraneo è prova evidente della condizione di privilegio della quale godono la città ed i dintorni.

Oltre alle specie del sorprendente giardino botanico sulle pendici del monte Gries si possono infatti citare la vasta diffusione della roverella, che ha colonizzato (insieme alla carpinella) con fitte boscaglie tutte le aree a quote medio basse della provincia ed è ampiamente diffusa anche in tutta l’Europa sudorientale, il pungitopo, che trova nella zona di Settequerce il limite di sviluppo più settentrionale dell’area alpina ed il castagno, importato in tempi storici e ben adattatosi nel bosco di Monticolo. Accanto a forme vegetali adatte ai climi caldi si trovano, a sottolineare i contrasti climatici esistenti nel fondovalle.

Questi sorprendenti elementi non hanno comunque evitato a Bolzano il fatto di essere tradizionalmente conosciuta come la “città più fredda d’Italia”, fama almeno in parte immeritata dopo quanto sopra esposto.

Ciò che differenzia il clima di Bolzano da quello di altre città italiane e che influenza l’opinione comune sono gli estremi raggiunti durante la stagione fredda, soprattutto durante i periodi nei quali il sole non riesce a portare la sua influenza mitigatrice. E’ infatti soprattutto nel semestre invernale che l’elemento continentale del clima bolzanino si fa sentire abbassando considerevolmente la media annua; basti pensare che durante l’inverno la differenza tra la temperatura media di Bolzano e quella di una città del Sud Italia è di oltre 10°C, mentre la stessa differenza calcolata a luglio si aggira intorno a pochissimi gradi se non addirittura a pochi decimi e le cifre, in questo caso, non possono dare esattamente l’idea delle grandezze esposte. Si comprende dunque pienamente l’importanza dal punto di vista climatico dell’enorme massa d’acqua che bagna la penisola italiana, che con la sua temperatura media di 13 °C è in grado di creare una variante “calda” del clima temperato, il clima “mediterraneo”.

Eseguiamo un confronto tra la temperatura del mese più caldo e di quello più freddo di alcune località italiane, nonché la differenza tra i due valori, che rappresenta l’escursione termica annua. E’ subito evidente come essa aumenti in funzione della distanza dal mare.

La media del mese più caldo di Bolzano non si discosti di molto da quella di una città del Sud-Italia; in inverno invece la situazione risulta estremamente diversa.

Ad esempio sia a Bolzano che a Palermo (!) la media delle temperature massime del mese di luglio si aggira sui 30 gradi; in gennaio invece, mentre le massime della città siciliana toccano mediamente i 16 gradi, sulla città altoatesina non vanno oltre i 6 con uno scarto di ben 10°C.

In tutto il Nord Italia, fasce costiere escluse, la differenza della temperatura media mensile tra le due stagioni principali è abbastanza rilevante e tocca il massimo in alcune zone del Piemonte, dove raggiunge il valore di 23°C, ancora poca cosa comunque rispetto al vero clima continentale come per esempio quello di Mosca che tra la temperatura media di gennaio (-14°C ) e quella di luglio (+18°C) vede uno scarto di ben 32°C.

Anche per quanto riguarda Bolzano e la sua provincia l’escursione è sensibile, attestandosi su valori molto prossimi a quelli più elevati registrati in Italia, ma essa viene almeno parzialmente contenuta dalla abbondante insolazione invernale e dalle frequenti brezze tipiche delle vallate alpine nel periodo estivo.

L’opera dell’uomo ha infatti fortemente modificato le caratteristiche dell’ambiente in cui risiede, cementificando il territorio ed aumentandone così la capacità termica, ovvero l’attitudine ad assorbire ed immagazzinare il calore del sole durante il dì, che viene poi gradatamente restituito nelle ore notturne. Se a questo si aggiungono gli effetti del riscaldamento delle abitazioni durante l’inverno, dei motori a combustione e gli scarichi industriali gassosi nell’atmosfera nonché, sia pure in minima parte, del calore antropogenico, si creano i presupposti per la formazione di un’ “isola di calore”, tanto più grande e definita quanto maggiore è l’estensione della zona abitata. Studi approfonditi hanno dimostrato che in città con circa 100.000 abitanti tale isola risulta già estremamente articolata. L’estensione dell’agglomerato bolzanino è quindi sufficiente a creare tale fenomeno, almeno nelle giornate senza troppo vento; esso viene ad interagire con il microclima “naturale” già presente, sovrapponendosi ad esso.

Basta provare ad allontanarsi dal centro verso ampi spazi sgombri dall’asfalto (per esempio i prati del Talvera) poco dopo il tramonto di una giornata soleggiata per avvertire chiaramente come la temperatura si faccia di qualche grado più fresca. Ciò significa che alle temperature medie diramate con i bollettini meteo e che si riferiscono all’aereoporto di San Giacomo vanno di norma aggiunti due-tre gradi per ottenere quelle del centro storico.

ALCUNI ESEMPI DI DIFFERENTI TEMPERATURE IN DIVERSI PUNTI DELLA CONCA BOLZANINA

febbraio ‘98 ore 20: Via Portici +11,6 °C Aereoporto di San Giacomo +8,4°C
giugno ‘98 ore 21: Viale Europa +20,5°C Maso XXX +17°C
febb. ‘98 ore 8: Portici -2,2 °C Bivio Merano-Mendola -6,6°C Stazione a valle funivia del Colle -4,6°C
febb. ‘98 ore 11: Portici +3,1 °C Bivio Merano-Mendola +2°C Stazione a valle funivia del Colle -4,9°C

n.b. in tutti i casi le rilevazioni sono state effettuate con tempo stabile e calma di vento. Sono queste infatti le condizioni ideali per la formazione dell’isola di calore in corrispondenza della città.

A questo punto va fatta un’altra interessante considerazione: differenze di temperatura sono rilevabili anche tra quartiere e quartiere, a causa della morfologia della conca bolzanina. Così, risulta particolarmente favorito il rione di Gries, addossato alle pendici del Guncina, al riparo delle fredde correnti settentrionali e ottimamente esposto al tepore del sole. Grazie all’alta capacità termica dalle rocce porfiriche sovrastanti viene garantito inoltre un lento rilascio del calore accumulato durante la stagione calda; la rigogliosa vegetazione provvede infine a mitigare il caldo estivo. Non a caso, nel secolo scorso, si scelse la passeggiata del Guncina per creare una vero e proprio giardino mediterraneo senza pari a queste latitudini.

Chiaramente svantaggiate risultano invece durante l’inverno Dodiciville ma soprattutto, seguendo il corso del fiume, tutta la parte tra Cardano e lo sperone del Virgolo, dove le fredde correnti settentrionali incanalate lungo la Valle dell’Isarco si trovano ad essere meno ostacolate nel loro cammino, e dove inoltre il sole riesce a fare la sua comparsa solo nel primo pomeriggio.

La differenza di temperatura in una giornata di sole tra la stazione a valle della funivia del Colle ed il centro città è di diversi gradi centigradi.

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Autore : Marco Bonatti