Il forte riscaldamento stratosferico in sede polare è la chiave di volta per comprendere cosa potrà accadere al tempo sul Vecchio Continente durante il mese di febbraio.
I modelli faticano ad individuare i movimenti legati alla trasmigrazione di un ramo del vortice polare dalla Siberia al centro del Continente europeo ed anzi a tratti sembrano collocare l'affondo di una saccatura polare tra Mar di Norvegia ed Alpi.
In altre emissioni invece non si vede nulla di particolarmente diverso di quanto abbiamo visto fino ad ora: nessuna conseguenza fredda in Europa almeno sino al 10 febbraio, flusso perturbato atlantico ancora capace di dettare legge, ancora tempo relativamente mite al centro-sud, un po' più freddo ma non troppo al nord con occasione per altre nevicate in montagna, che peraltro non fanno mai male.
Eppure le indicazioni forniteci dal confronto tra le varie corse del modello principale a cui MeteoLive fa riferimento indicano che la tendenza al raffreddamento dovrebbe prevalere sulla mitezza atlantica con valori anche di 5-10°C sotto le medie del periodo dopo il 5 febbraio.
La percentuale riassuntiva vede una fase fredda che potrebbe prevalere su quella mite nella misura del 65 contro 35%. Dunque teniamone conto.