I ghiacci polari sono stati ultimamente portati alla ribalta delle cronache come spia dei noti mutamenti climatici. Questa volta però gli iceberg vaganti del pack atlantico al largo di Terranova e precisamente nella Bonavista Bay in Nuova Scozia, celavano qualcosa di inusuale. Racchiuso nella sua tomba di ghiaccio, un vero e proprio mistero dal sapore vagamente macabro si aggirava tra le acque di Newtown.
Nel maggio scorso infatti un team di ricercatori capeggiati da Donna Norris si è imbattuto in un iceberg quantomeno particolare. La massa glaciale nascondeva infatti i resti scheletrici di un animale non identificato.
Le immagini decisamente curiose scattate al blocco di ghiaccio hanno subito suscitato la fantasia dei media i quali hanno naturalmente preso in prestito il dibattito sempreverde sul riscaldamento climatico accostandolo alla scoperta di un ipotetico mostro emerso dal ghiaccio dopo ben 15.000 anni.
Il "mostro" ha fatto ben presto il giro del mondo cavalcando il web ma in realtà il tutto si riduce a pochi ossicini e ad una colonna vertebrale lunga circa 2 metri e mezzo.
I biologi dovranno analizzare il DNA e nel frattempo il ricercatore Gary Stenson del Fisheries and Oceans research ha ipotizzato che possa trattarsi di un pinnipede, probabilmente della famiglia dei trichechi oppure un leone marino o una foca, comunque un mammifero piuttosto grande e ben sviluppato.
Il vero mistero però rimane ancora irrisolto. Come possono essere rimasti incastrati nel ghiaccio quei resti in quella posizione e soprattutto in quello stato di scarsa conservazione? L'ipotesi più accreditata traccia la via degli orsi predatori. Lo scheletro apparterrebbe ad una preda decompostasi altrove (anche se le tracce nel ghiaccio parrebbero suggerire ulteriori ipotesi) e poi inghiottita dall'iceberg in un secondo tempo.