00:00 1 Giugno 2007

I temporali “autorigeneranti”

Sono strutture temporalesche particolari, in grado di provocare allagamenti e danni ingenti.

In presenza di condizioni atmosferiche particolari può capitare che un temporale formatosi su una certa zona, anche limitata, possa persistere per ore ed ore, provocando allagamenti, grandinate frequenti, pericolose saette e tuoni fragorosi, accompagnati da violente ed improvvise raffiche di vento.

Vediamo allora di analizzare nel dettaglio queste condizioni, cercando anche di capire dove possono essere più frequenti fenomeni così particolari.

Innanzitutto l’innesco principale alla formazione del primo cumulonembo della struttura deve essere dato dal mare; difatti queste formazioni nuvolose hanno bisogno di molta energia per mantenersi attive, e di conseguenza l’ingente quantità di vapore acqueo offerta da una superficie marina relativamente calda non può che agevolare il compito.

Il mare però non presenta una temperatura uniforme sulla sua superficie, ma in alcuni punti è più caldo, mentre in altri risulta più freddo; in particolare in vicinanza delle “secche” (zone dove improvvisamente il fondale marino si alza indicativamente di alcune decine di metri) sono presenti vere e proprie “pozze” calde; sarà quindi qui che il temporale che a noi interessa prenderà vita più facilmente.

Le Secche più importanti in Italia sono presenti di fronte alla costa livornese, sul Canale d’Otranto e lo Stretto di Sicilia.

Un’altra condizione fondamentale per la formazione di questi temporali è la presenza di una intensa corrente a getto alle alte quote nelle vicinanze della zona di osservazione; in tal modo si creano condizioni fisiche favorevoli alla continua, persistente e rapida risalita di masse d’aria dal basso verso l’alto (convezione).

Sarebbero poi necessarie altre condizioni, ma queste sono una priorità per tutti i tipi di temporali, quindi in questo articolo non le tratteremo, perché già discusse in altra sede.

Ma perché il temporale che stiamo descrivendo si chiama “autorigenerante”? Perché una volta formatosi il primo cumulonembo, questo verrà portato verso la costa dalle forti correnti in quota, ma rapidamente al suo posto si formerà un nuovo cumulonembo, grazie alla presenza degli intensi moti convettivi (discussi in precedenza) che porteranno verso l’alto la grande quantità di vapore acqueo offerta dal mare, favorendone la condensazione.

Anche il secondo cumulonembo verrà poi portato verso la costa, ma al suo posto se ne formerà un terzo,… e così via.

Ecco perché in presenza di queste formazioni temporalesche sembra che il temporale si stabilisca su una certa zona senza mai spostarsi; ma quando si inceppa questo meccanismo? Solo quando la corrente a getto si attenua, oppure in alternativa quando cambia il profilo termico dell’atmosfera, a causa dell’interazione del sole o del passaggio dal giorno alla notte.
Autore : Lorenzo Catania