Le navi dei veleni.
Carcasse seppellite in fondo ai nostri mari, nell’Alto Jonio. Sembrerebbe solo l'ultimo pezzo di un puzzle radioattivo che coinvolge tutta la Calabria e che fa riflettere l'Italia intera.
L'area calabro-lucana ospita infatti diversi siti a rischio-radioattività: il centro di ricerca Enea di Rotondella che ospita centinaia di "tombe" radioattive pregne di scorie. lasciati lì ormai da troppo tempo, poi ci sono le scorie sotterrate nella Piana di Sibari.
Le navi radioattive, che giacciono sul fondo dello Jonio e disperdono nell'ambiente marino sostanze tossiche e radioattive, figlie di barbare operazioni illecite di smaltimento fanno pensare.
I pesci dello Jonio sono contaminati? Possono giungere sulle nostre tavole? Se lo chiedono in tanti, la risposta è sempre evasiva. Si, ma non c'è pericolo, no, ma non si pesca lì intorno. Il mistero resta fitto.
Intanto in numerosi paesi della fascia i casi di tumore sono sensibilmente aumentati, anche tra i giovani e giovanissimi.
Non è ora che si faccia un'inchiesta seria su quali rischi corre la popolazione locale e quella del resto d'Italia? Perchè se ne parla così poco?