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Gli effetti del gelo e del disgelo sui pendii rocciosi

Anche gli sbalzi di temperatura repentini, oltre alle piogge torrenziali, possono determinare delle frane. Cerchiamo di capire come.

In primo piano - 4 Marzo 2009, ore 11.17

Immaginiamo di trascorrere diverse giornate con temperatura al di sotto dello zero. Naturalmente, con il cielo sereno, i valori diurni saranno più elevati rispetto a quelli notturni, in un normale contesto di escursione termica. Se si esamina una roccia solo parzialmente fratturata, in condizioni di basse temperature, si nota che anche le più piccole spaccature sono abbastanza solidali tra loro e ciò ne determina una sostanziale solidità. Qualunque sopraluogo fatto in quelle condizioni non rivelerebbe nulla di preoccupante a fronte della sostanziale compattezza della roccia stessa. Immaginiamo ora di assistere ad un aumento repentino della temperatura nel giro di pochi giorni; il fenomeno è plausibile, specie quando si passa bruscamente da avvezioni di aria fredda ad invasioni di aria più calda. La temperatura, specie alle quote superiori, può aumentare di parecchi gradi in un ristretto lasso di tempo e questo determina dei fenomeni di disgelo abbastanza repentini. Gli effetti del disgelo rapido su una roccia già parzialmente fratturata possono essere molto deleteri: anche le più piccole spaccature, che rimanevano solidali tra loro in condizioni di basse temperature, si trovano ora in un ambiente più caldo: questo comporta una maggiore dilatazione della roccia verso l’esterno e le eventuali fratture tenderanno di conseguenza ad ampliarsi. Il fenomeno è tanto più pericoloso quanto più repentino è l’aumento termico. Se il pendio è sufficientemente ripido, il rischio di distacchi sarà molto elevato con conseguente caduta di materiale roccioso su eventuali strade o abitazioni sottostanti. La grossa frana che cadde qualche anno fa in prossimità dell’abitato di Limone del Garda, sulla strada “Gardesana occidentale”, molto probabilmente è avvenuta proprio a causa di un rapido aumento della temperatura al seguito di giorni di gelo.

Autore : Paolo Bonino

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