00:00 24 Gennaio 2012

Fase atmosferica più fredda all’avvio. Quali conseguenze per l’Italia?

Stanno gradualmente modificandosi gli assetti barici a livello europeo, ma i modelli faticano ad inquadrare lo sviluppo delle vicende atmosferiche dei prossimi giorni. Proviamo a tracciare una linea di tendenza sulla probabile evoluzione del tempo sino a fine mese.

Va modificandosi lo stato del tempo in Europa e sul Mediterraneo. L’anticiclone che per mesi ha tenuto in scacco l’intera Europa si ritira in pieno Atlantico. Il bacino del Mediterraneo continua a beneficiare al momento di temperature molto miti, ma il cambio di circolazione preventivato nei giorni scorsi inizia a dare effetti sull’Europa dell’est.

Su Russia, Paesi Baltici e la Penisola Balcanica le temperature stanno gradualmente scendendo. Un anticiclone di natura termica va consolidandosi tra Russia e penisola scandinava, portando valori di gelo sull’estremo est europeo.

Sull’ Europa centrale ed occidentale, l’abbandono dell’alta pressione consente inoltre l’avvicinamento di una depressione dall’atlantico settentrionale.

Evoluzione generale: la flessione del campo barico sulla Spagna, causato dal ritiro dell’alta pressione in Atlantico, consentirà l’ingresso di una blanda figura di bassa pressione in territorio francese. Nel frattempo l’anticiclone sulla Russia andrà strutturandosi sempre più, consentendo al freddo di fare ingresso sin verso l’Europa centrale. Un po’ di freddo da est entrerà anche sull’Italia a partire dalla prossima notte.

Nel corso del fine settimana prende corpo l’ipotesi di un peggioramento del tempo che potrebbe interessare le regioni settentrionali. La perturbazione atlantica in discesa sull’Europa occidentale non verrà riassorbita completamente dall’alta pressione, che resterà confinata in Atlantico.

L’aria fredda da est fornirebbe il contributo necessario al mantenimento della “ex depressione atlantica” quel tanto che basta da portare qualche precipitazione al settentrione entro il prossimo week-end. La quota neve potrebbe scendere a quote interessanti, stante le isoterme a 850hpa negative.

Le quotazioni per il guasto del fine settimana sono perciò in aumento. Attualmente stimiamo una probabilità del 65%.

Lungo termine: In una delicata fase di cambio atmosferico come quella attuale, risulta particolarmente difficile fare congetture sul lungo termine. Attualmente quasi tutti i modelli prevedono un’evoluzione più fredda nel comparto europeo, fase fredda che avrebbe inizio in questi giorni, per protrarsi sino a fine gennaio – inizio febbraio.

I dubbi sulla possibilità di riuscita di questa manovra sono causati dalla ben nota tendenza alla persistenza atmosferica. La stagione invernale spesso è pigra e quando si instaura un "pattern" sfavorevole alle retrogressioni fredde è difficile poter modificare questa tendenza nel bel mezzo della stagione.

Questo non significa che le probabilità siano pari a zero. I nostri inverni insegnano che cambi repentini (quasi traumatici) di circolazione generale possono avvenire, portando anche episodi di rilevanza storica. Esempi di questo tipo non sono mancati in passato, ma si è sempre trattato di una minoranza di eventi.

Passiamo ora in rassegna le evoluzioni a lungo termine previste dal modello inglese ed americano.

Ipotesi americana: al momento è il modello che pone più interrogativi riguardo la riuscita di questa manovra fredda. A fasi alterne propone soluzioni alternative, sfavorevoli all’inverno, stringendo l’occhio alla persistenza della fase mite ed anticiclonica che ci ha interessato fino ad ora.  

Gli ultimi aggiornamenti sembrano però tornare sui loro passi, ribaltando la previsione e promuovendo anch’essi una fase fredda entro fine mese. Probabilità 60%.

Ipotesi inglese: Il modello di calcolo inglese ha meno dubbi sul buon esito su questo importante passaggio invernale. Da un paio di giorni, infatti, propone uscite sempre orientate verso il freddo moderato su gran parte d’Europa. Volgendo lo sguardo ad est, il modello prevede una lunga fase di gran gelo per l’Europa orientale e la Russia.

Parte di questo gelo penetrerebbe sin nei settori occidentali, complicando oltremodo la situazione. Un’ evoluzione di questo tipo promuoverebbe possibili fasi nevose anche sul nostro Paese.

Come già anticipato, questa tendenza è da prendere con le pinze e necessiterà ancora di molte conferme. Probabilità 30%.
 

Autore : William De Masi