00:00 23 Gennaio 2009

Europa e Italia: a piccoli passi verso il GRANDE FREDDO

Tracciamo la strada che potrebbe intraprendere l'evoluzione atmosferica da qui fino ai primi giorni del nuovo mese. Tutto farà capo ad un dialogo tra alte quote e circolazione dei bassi strati con esiti potenzialmente molto freddi, anch per l'Italia.

Ormai non è più una ipotesi, è realtà; lo stiamo venendo a conoscere dalle rilevazioni strumentali. Stiamo parlando del potente riscaldamento in atto alle quote stratosferiche sulla verticale del Polo Nord. Tutto sta filando via liscio come previsto dunque. Tanto di cappello ai progressi della tecnologia e all’affinazione dei metodi di calcolo che ci permettono ora di prevedere eventi di tale portata, fino a qualche tempo fa noti ma ancora molto annebbiati dal loro alone di mistero.

Si sta quindi compiendo sopra le nostre teste il primo passo di uno sconvolgimento circolatorio che, se riuscirà ad infilare tutte le porte senza rimanere bloccato da ostacoli, ci porterà una prima metà di febbraio senz’altro da ricordare. Parlavamo di ostacoli; ebbene si, la strada che condurrà la Natura a scaricare questi immani contrasti è ancora irta di ostacoli. Primo fra tutti, quello più delicato, il passaggio dalle alte quote stratosferiche verso quelle sottostanti della troposfera.

Analizzando una ad una tutte le carte disponibili, disponendo poi le medesime secondo un ordine cronologico dell’evoluzione a partire dalle alte quote e cercando quindi una risposta a quelle che a noi interessano, ossia quelle prossime al suolo, si nota un leggero disallineamento degli eventi. Cosa significa?

Significa che se in stratosfera i giochi sono ormai fatti, in troposfera si registra un certo ritardo nella propagazione di questo riscaldamento. Il dialogo tra le alte e basse quote è in questa fase assolutamente necessario affinchè la macchina del freddo si metta in moto.

Senza il disturbo e la conseguente scissione del lago di aria gelida che giace all’interno della trottola del vortice polare sito in troposfera, tutto l’impianto infatti salterebbe. Abbiamo però parlato di disallineamento, non di mancata propagazione. Secondo le ultime analisi la scissione del vortice polare, seppur con un lieve (normale e fisiologico) ritardo rispetto alle alte quote, avverrà.

Quando? A cavallo del cambio di data, quando gennaio passerà al mese successivo questa icombente consegna. Il blocco gelido sul quale dobbiamo porre l’attenzione, scansatosi dalla sua sede artica a causa del riscaldamento proveniente dall’alto, prenderà corpo sulla Siberia nei primi giorni del nuovo mese.

Esso poi inizierà a percorrere la strada quasi obbligata che lo porterà verso l’Europa centro-occidentale. Durante questo percorso pare che incontrerà i semafori degli indici tutti verdi o quasi. Secondo quanto ci propongono i due masggiori centri meteorologici mondiali, l’americano NOAA/GFS e l’inglese Reading, pare che intorno a 6-8 febbraio si compirà l’epilogo della questione.

Il nocciolo gelido nel suo peregrinare, assottigliatosi solo un poco a causa di una naturale lieve riscaldamento da basso, riuscirà a spingersi addirittura sul vicino Atlantico ma qui potrebbe scattare il primo semaforo giallo: la combinazione Nina-MJO dovrà valutare se il nuovo assetto circolatorio sarà consono alle rispettive competenze.

Per questo motivo non siamo ancora in grado di parlarvi di certezze ma di probabilità. E rispetto a quanto affermato i giorni precedenti ci sentiamo comunque di aggiungere un altro 5%, giungendo ad una prognosi fredda pari al 70%. Nei prossimi aggiornamenti vi terremo tempestivamente informati sulle ultimissime novità. Non mancate di seguirci.
Autore : Luca Angelini