Il Maggiore Guidi, con la consueta amabilità, simpatia ma anche serietà, ci ha raggiunto in redazione e si è sottoposto con piacere al classico "fuoco di fila" di domande del nostro Caporedattore Alessio Grosso. Vi proponiamo l'intervista integrale, buona lettura...
GROSSO: Maggiore Guidi, quanto è veramente cambiato il tempo degli ultimi anni sul nostro Paese?
C. GUIDI: Non credo che sia molto cambiato in effetti. Ogni volta che mi viene posta questa domanda cerco di ricordare che il clima non agisce con periodi paragonabili alla memoria dell’uomo ed alle sue pur valide esperienze personali. Credo che sia cambiata molto la percezione del tempo meteorologico, non solo per l’interesse sempre più vasto che la materia sembra avere, ma anche per l’accresciuta molteplicità delle attività umane che sono pesantemente influenzate dall’evolvere delle situazioni meteorologiche. Si sono infatti aperti scenari economici che in passato potevano non essere considerati importanti. In sostanza l’impatto che lo stato del tempo ha sulle attività umane è molto accresciuto. Inoltre l’aumento della popolazione e l’urbanizzazione a volte imprudente possono far aumentare il rischio che questo impatto sia decisamente sfavorevole, ma questo non significa che gli eventi atmosferici estremi non si verificassero anche in passato, e l’aumento che negli ultimi anni si è registrato nel numero e nella concentrazione di questi ultimi non è sufficiente per motivare una tendenza al cambiamento.
GROSSO: ghiacciai in ritiro costante, il permafrost che si scioglie, il deserto che avanza, scenari catastrofici in un mondo che, all'occhio dei media, sembra sempre più concentrare cambiamenti radicali in pochissimi anni. E' veramente giustificato questo allarmismo esasperato ed esasperante?
C.GUIDI: a mio parere, nelle attuali conoscenze l’allarmismo esasperato ed esasperante non è giustificato. Va detto inoltre che questo atteggiamento è appunto soprattutto mediatico, quindi molto poco scientifico. Certamente la velocità con cui si approda a nuove conoscenze – parliamo in particolare degli ultimi due decenni – ci sta dando la possibilità di comprendere i molti errori che sono stato commessi e si commettono tuttora nel rapporto con la natura, ma per parlare di scenari disastrosi sarebbe necessaria una cognizione di causa che allo stato dell’arte non possediamo, per cui ben venga l’impegno, ma senza predire cambiamenti radicali in pochissimi anni; la probabilità che questi si verifichino sarebbe tale da permettere di affermare l’esatto contrario con pari attendibilità, ammesso che il termine attendibilità sia utilizzabile in questo contesto. Per fare un esempio ultimamente si sente molto parlare di due teorie: la presunta desertificazione delle medie latitudini, e l’altrettanto presunto drastico raffreddamento che potrebbe derivare da una alterazione delle correnti oceaniche; sono due scenari di segno opposto che partirebbero dalla stessa origine, il riscaldamento globale. Quale dei due ha maggiori probabilità di verificarsi?
GROSSO: la frequenza con la quale si presenta l'oscillazione nord atlantica positiva pare sia la maggiore responsabile degli inverni siccitosi sull'Italia, caratterizzati da anticicloni spesso invalicabili dalle perturbazioni; alcuni scienziati ritengono che l'effetto serra abbia potenziato queste figure bariche. Lei che idea si è fatto al riguardo?
C.GUIDI: negli ultimi venti anni abbiamo avuto una successione di Oscillazioni Nord Atlantiche positive, coincidenti con un certo numero di inverni poco piovosi ed anche meno freddi, questo è un dato di fatto. Tuttavia nei venti anni precedenti – dal ’60 all’80 per intenderci – si è verificato l’esatto contrario. Ancora una volta dobbiamo dire quindi che questa variabilità in quello che dal punto di vista climatico non è un periodo breve ma brevissimo non può essere presa in considerazione per trarre delle conclusioni. Per quel che riguarda le conseguenze dell’impatto dell’effetto serra sulle figure bariche che dominano lo scenario nord-atlantico, non sono in possesso di informazioni sufficienti ad esprimere un parere.
GROSSO: chi lavora in ambito meteorologico è senz'altro animato da una sana passione: qual è il fenomeno atmosferico che l'affascina di più?
C.GUIDI: non c’è un fenomeno meteorologico che catturi in misura particolare la mia attenzione. Direi piuttosto che l’aspetto più interessante e stimolante del nostro lavoro è rappresentato dalla impossibilità che si verifichino due situazioni uguali tra loro, anche quando sembra che le caratteristiche dell’evoluzione del tempo siano note, gli effetti sul territorio saranno sempre diversi: comprendere le chiavi di lettura di queste piccole differenze è la differenza che passa il più delle volte tra una buona previsione ed una completamente sbagliata. Dovendo proprio scegliere comunque, l’esperienza professionale pregressa mi ha portato a conoscere, e quindi ad interessarmi maggiormente, ai fenomeni avversi alla navigazione aerea, ma questo è normale del resto.
GROSSO: non crede che l'aeronautica militare dovrebbe entrare nelle scuole con un progetto didattico volto alla valorizzazione di questa scienza sin dalle medie inferiori? In altre parole non trova che l'accresciuto interesse verso tempo e clima debbano essere accompagnati da uno sforzo delle istituzioni affinchè si colmino le gravi lacune della popolazione in campo scientifico?
C.GUIDI: (sorride) i compiti della Forza Armata nel campo della meteorologia sono ben definiti, e gli sforzi per assolverli sono già importanti. Certamente è auspicabile che la nostra disciplina guadagni spazio, ma non credo che questo fine debba essere perseguito dall’Aeronautica Militare i cui compiti istituzionali, ripeto, sono altri.
GROSSO: qual è la zona d'Italia in cui le riesce più difficile elaborare una previsione del tempo affidabile e corretta?
C.GUIDI: pur correndo il rischio di essere retorico, direi che senza dubbio l’evolvere delle situazioni di nebbia sulla Pianura Padana rappresentano una bella sfida, difficile da vincere oltretutto. Mi riferisco ancora una volta agli aspetti connessi con l’attività di volo, che costringono chi elabora la previsione a muoversi entro parametri decisamente restrittivi. Detto questo mi preme sottolineare che una previsione affidabile e corretta non è mai facile…
GROSSO: se le proponessero per una vacanza una meta esotica, una classica e sana vacanza mediterranea o un'avventura nel grande nord, quale sceglierebbe e perchè?
C.GUIDI: Certamente una bella e sana vacanza mediterranea, ossia quella che cerco di fare abitualmente.