Eruzione Tambora 1815, le catastrofiche conseguenze sul clima d’Europa
Una delle eruzioni vulcaniche più potenti che ricordiamo a memoria d'uomo fu quella dell'aprile 1815 sul Tambora, in Indonesia. Ecco cosa accadde all'epoca, con le catastrofiche conseguenze sul clima nell'anno successivo.
Nell’aprile del 1815 sull’isola indonesiana di Sumbawa, Indonesia, si verificò l’eruzione del vulcano Tambora, un evento naturale di enorme portata, conosciuto ancora oggi come una delle eruzioni vulcaniche più potenti e distruttive che si ricordino a memoria storica, facendo il palio a pochi altri eventi che ebbero un impatto simile sul territorio e nella memoria collettiva. Il Tambora entrò in eruzione dopo un periodo di quiete della durata di svariati secoli. La ripresa di un nuovo ciclo eruttivo fu annunciata da un periodo di quasi 3 anni in cui si verificarono numerose eruzioni minori. La sera del 5 aprile una serie di fortissime esplosioni squarciarono l’edificio vulcanico, la colonna eruttiva raggiunse i 33 chilometri di altezza e le ceneri si sparsero nel territorio circostante su enormi distanze.
Ne seguì qualche giorno di quiete, prima di una nuova, gigantesca eruzione la sera del 10 aprile, con lo sviluppo di una nuova colonna eruttiva pliniana fino a 40 km di altezza. I numerosi flussi piroclastici distrussero i villaggi vicini e le ricadute di cenere con almeno 1 cm di spessore, occuparono un’estensione di 980.000 chilometri quadrati. L’eruzione si fermò dopo circa 24 ore, la sera dell’11 aprile 1815 l’attività poteva dirsi finalmente conclusa. Si stima che siano stati eruttati circa 40 chilometri cubi di materiale vulcanico. La cima del vulcano subì un collasso, con la formazione di un’enorme caldera, testimonianza ancora oggi di quel cataclima naturale.
Autore : William Demasi