00:00 8 Aprile 2010

ERE GLACIALI, ANIDRIDE e raffreddamenti lampo: qualcosa non quadra!

Teorie incrociate, molte osservazioni interessanti ma il mistero del clima (forse per fortuna) resta.

Non è un’impresa facile raccontarvi in poche righe cosa non quadri rispetto alla relazione tra concentrazione di gas serra e glaciazioni.

Tutti noi pensiamo al fenomeno del riscaldamento globale come qualcosa che riguardi esclusivamente il periodo che dalla fine della piccola era glaciale ci ha traghettato sino ad oggi e diversi scienziati attribuoscono in gran parte le cause di questo riscaldamento soprattutto alle attività antropiche.

Come sapete la comunità scientifica è divisa su questo punto. Premesso che ritengo più importante limitare le attività inquinanti per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita delle popolazioni piuttosto che per “guarire” il clima, mi è gradito farvi ragionare su alcune considerazioni, che alla fine poi si riducono a mere dispute climatologiche.

L’aumento del 20% della concentrazione di anidride negli ultimi 150 anni intrappolerebbe il calore emesso dalla Terra portando le temperature a salire fino ad ora di 1°C a livello globale. Qui entra in gioco un bizzarro, originale climatologo RUDDIMAN che afferma: “guardate che l’influenza antropica sul clima non è un’esclusiva degli anni più recenti, l’uomo interagisce con il sistema clima da secoli”.

Come forse molti di voi sanno le glaciazioni si ripetono a cicli di circa 100.000 anni e di pari passo con il freddo, in modo direttamente proporzionale diminuiscono anche le concentrazioni dei gas serra. Finita la glaciazione anche i livelli dei gas risalgono.

Secondo RUDDIMAN 20.000 anni fa, quando è terminata la glaciazione Wurmiana è accaduto un fatto strano, il processo di crescita dell’anidride questa volta non si ferma e negli anni successivi, a partire dal 5000 aumenta anche il metano. Secondo il climatologo tutto è dovuto all’attività agricola dell’uomo che ha provocato intense deforestazioni e quando l’uomo si è messo a coltivare il riso ha favorito anche l’aumento della concentrazione di metano (gas appunto delle paludi).

L’aumento della temperatura indotto dalle attività agricole sarebbe stato così importante da scongiurare anche una piccola fase glaciale in Canada (4000 anni fa)…

Secondo RUDDIMAN la diminuzione dell’attività agricola dovuta a forti pestilenze ha accentuato gli effetti della PEG, piccola era glaciale verificatasi tra il 1450 ed il 1850.

Commento…Va bene ridurre i gas inquinanti, va bene non deforestare in eccesso, ma la popolazione aumenta e anche ammettendo (follia) di riuscire a limitare le nascite ad un figlio per coppia, di dimezzare i bovini e i suini, cosa dovremmo fare per vivere? Non coltivare più la Terra, che ci è stata affidata affinchè traessimo da lei con fatica dei frutti per il nostro sostentamento.

Ammesso e concesso, ma i dubbi sono molti, come vedremo in seguito, che l’uomo sia in grado di limitare gli effetti di una glaciazione c’è quasi da esserne soddisfatti, perchè freddo intenso può anche voler dire carestia, miseria, povertà, non dimentichiamocelo mai.

Dubbi si diceva. Beh, innanzitutto RUDDIMAN involontariamente ammette che esista un ciclo naturale del clima, e questo già ci conforta, ma diventa comunque piuttosto difficile credere che solo 100 milioni di persone 8000 anni fa siano state in grado di influenzare il clima di un intero pianeta.

Possibile, si chiede una parte del mondo scientifico, che invece di di vedere la regia di ogni cambiamento nell’uomo, non si cerchi di concentrare le energie sulla circolazione profonda dell’Oceano? Lo Younger Dryas ne è la prova più stupefacente. Di colpo, quasi all’improvviso, si assiste al ritorno di un regime glaciale. E qui si chiama in causa il Nastro Trasportatore, più nota dalla gente comune come la Corrente del Golfo. Una grande quantità di acqua dolce riversata nell’Oceano ha la capacità di inceppare la corrente, perchè non aumenta l’accumulo di sale e non si verifica alcuno sprofondamento.

Un evento accidentale sembra aver grandemente influito in questo processo di bloccaggio: il riversamento nell’oceano di una grande quantità di acqua dolce dal Lago Agassiz, proprio per l’aumento delle temperature che ha fuso la diga naturale che lo conteneva. Pensate se a questo evento si fosse sommato anche una scarsa attività solare, cioè una semplice diminuzione del 3% dell’intensità dell’insolazione e qualche eruzione vulcanica colossale. Vedete bene come questo ed altri mutamenti climatici improvvisi gettino dubbi sull’importanza del ruolo dell’uomo nei cambiamenti climatici.

In più: il processo di raffreddamento cova per molti anni: si scalda con l’effetto altalena la zona dei tropici e parallelamente aumentano le precipitazioni nevose nelle zone polari: dunque temporaneamente aumentano anche gli uragani. Infine scatta la fase di improvviso raffreddamento a riequilibrare il sistema (senza uomo).

Sui legami tra caldo, aumento termico prolungato e gas serra torneremo in un prossimo articolo.
Autore : Alessio Grosso