00:00 24 Marzo 2005

E se il “pesce” d’aprile fosse un’irruzione d’aria FREDDA?

Il mese di marzo, statisticamente estremamente volubile, dopo il freddo e il caldo potrebbe chiudersi con una nuova ondata di freddo che prenderebbe corpo a partire dal primo aprile (40%). Sarà proprio così oppure si tratterà solamente di un "pesce" delle carte?

Nel nostro guardaroba sono rapidamente scomparsi gli abiti più pesanti lasciando il posto a vestiti più idonei alle temperature miti degli ultimi giorni. Continuano a giungere sempre più conferme sul fatto che i prossimi giorni saranno caratterizzati da occasioni favorevoli alla pioggia (festività pasquali comprese) ma anche che le temperature si manterranno in media con quelle previste nel periodo.

Tuttavia l’estrema volubilità primaverile sembrerebbe voglia preparare una nuova sorpresa alla Penisola. Forse si tratta solo di uno scherzoso “pesce” d’aprile ma quasi la metà delle carte a nostra disposizione indicano nuove grandi manovre dell’alta pressione delle Azzorre proprio per la fine del mese.

Un cuneo di alta pressione sembra infatti spingersi fin sul Mare del Nord e la Scandinavia per poi coricarsi leggermente verso est. Se questo progetto andasse in porto, sul suo bordo orientale si innescherebbe la discesa di aria sempre più fredda con traiettoria su est europeo, Balcani e Italia.

Naturalmente se ciò accadesse non bisognerà farne un dramma o gridare allo scandalo: quasi tutte le primavere sono piene di bruschi passaggi dal caldo al freddo e viceversa.

In pratica a cosa andremmo incontro?
Al momento sussiste un 40% delle probabilità che a partire dalla serata del 31 marzo le nostre regioni siano prese di mira da fredde correnti nord-orientali con temperature in sensibile diminuzione, specie nei primi giorni d’aprile.

In questi casi il freddo sarebbe accompagnato anche dalle precipitazioni, soprattutto rovesci e acquazzoni durante le ore centrali della giornata quando la maggior insolazione primaverile accende fortemente i contrasti.

La neve farebbe nuovamente la sua comparsa a quote collinari e molto probabilmente anche più in basso, specie nel corso dei rovesci più intensi. Anche se si verificasse tutto questo non ci sarebbe nulla di anomalo: sappiamo ad esempio che se giunge dell’aria molto fredda in quota e contemporaneamente si abbatte un forte rovescio su una località, potrebbero arrivare dei fiocchi di neve al suolo anche con temperature dell’ordine dei 7-8°C.

Seguite insieme a noi tutti gli sviluppi su questo possibile colpo di coda dell’inverno!
Autore : Simone Maio