00:00 11 Agosto 2010

Crollo tra i ghiacci groenlandesi, global warming sul banco degli imputati ma sarà davvero così?

Il distacco del grande blocco di ghiaccio avvenuto lo scorso 5 agosto ripropone lo stato di sofferenza in cui versa la banchisa artica. Altre forze regolano però le masse glaciali e gettano dubbi sulla reale incidenza del riscaldamento climatico.

Che i ghiacci artici stiano trascorrendo un periodo sofferente di lunga durata è cosa ormai risaputa. L’ultimissimo dato, quello più "fresco" pervenutoci indica un ammanco su scala trentennale di oltre 1 milione e 300 mila chilometri quadrati di superficie.

Ora, tra le varie cause, argomento che abbiamo più volte dibattuto sulle nostre pagine, vi è sicuramente la situazione sinottica venutasi  a creare dalla tarda primavera del 2010, ma anche altri fattori di anomalia oceanica che fanno convergere acque tiepide verso la zona polare.

Da qui a puntare il dito sul global warming però ne passa e questo per diversi motivi, per prima cosa il warming, ossia il famigerato riscaldamento del nostro Pianeta, non è più "global". L’emisfero meridionale infatti ha assestato da tempo le sue temperature e i ghiacci antartici godono di ottima salute. Il nesso tra riscaldamento e fusione dei ghiacci polari funziona solo per l’Artico. 

In seconda istanza dobbiamo analizzare i motivi che portano un blocco di ghiaccio grande quanto l’Isole d’Elba a distaccarsi dalla lingua principale. possibile sia tutta colpa di questo periodo caldo che affligge l’Artico? Probabile tuttavia le tensioni interne di un ghiacciaio sterminato come quello  L’osservazione è stata infatti sottolineata anche dal professor Muenchow,  dell’Università del Delaware, negli Stati Unitinon, secondo il quale non si può ancora dire con certezza se il blocco di ghiaccio si sia staccato a causa del riscaldamento globale, visto che le registrazioni nelle acque della zona sono iniziate solo nel 2003.

In ogni caso l’evento è senz’altro degno di nota e di osservazione: nel caso in cui il grande iceberg dovesse proseguire la sua corsa, potrebbe continuare a spostarsi fino a raggiungere le acque dello stretto di Nares tra la Groenlandia e il Canada, rendendo pericolosa la navigazione. Titanic docet.

Autore : Luca Angelini