Da Oberammergau si raggiunge Fussen, borgo ricco di fascino e addirittura mistero con chiese meravigliose, un ex-convento adibito a museo civico, una stupenda passeggiata lungo il fiume e tanta atmosfera. Siamo nell'estremo sud della Germania, a pochissimi km dal confine con l'Austria ma anche ad un passo dai meravigliosi castelli fiabeschi di Re Ludwig, personaggio molto ammirato in Baviera, perito in circostanze misteriose, dopo essere stato privato del trono per un'accusa di pazzia, probabilmente del tutto infondata.
E' una cornice idilliaca che ci accoglie tra i monti di Fussen con la neve che si estende lungo tutta la pianura e una giornata fantastica dalla eccezionale visibilità che ci consente, dal torrione del castello di Neuschwanstein, il capolavoro del re, di spaziare fin verso Monaco e Augusta.
Fa molto freddo in valle: siamo a -8°C ma ormai il vento e la bufera dei giorni precedenti sono lontani. Salendo con la carrozza al castello si apprezza però l'inversione termica, in cima ci si può quasi slacciare la giacca a vento senza aver freddo. I cavallini hanno qualche problema intestinale e rendono meno romantica ma forse più divertente l'ascesa al piazzale del castello.
Avventurandosi nella neve sul ripido e pericolosissimo sentiero che conduce al MarieBrucke, il ponte sulla gola del Loppath dedicato alla madre del Re, si possono ammirare il castello di Neuschwanstein e quello più piccolo di Hohenschwangau in tutto il loro splendore.
I souvenirs sono irresistibili, ci si porterebbe a casa di tutto. Scende la sera e cala un freddo intenso, il cielo rimane sereno.
Stellata meravigliosa, ma ecco i primi cirri all'alba, siamo a -3 ma in un attimo il cielo si copre, a causa dell'arrivo di una massa d'aria umida e più mite.
Partiamo per l'ultima tappa del nostro viaggio: Ehrwald in Austria, sotto la mole del fantastico Zugspitze: alle 14, nonostante faccia relativamente caldo, +3, comincia a nevicare debolmente ma il fenomeno dura meno di un'ora. La copertura nuvolosa notturna impedisce nuove gelate e al mattino, le strade che fino a qualche ora prima erano magicamente innevate, lasciano spazio al cemento e all'acqua.
Venerdì pomeriggio torna il sole, la temperatura si abbassa grazie all'effetto albedo offerto dalla neve ancora fresca che è ben presente lungo tutto l'altipiano (siamo a 1000 m). In serata però insorge il Favonio, caldo e secco: le nuvole aumentano di nuovo ma sono del tutto inoffensive.
Si rientra a Milano e fino al Passo del San Bernardino è sempre il Favonio a farci compagnia, regalando a Coira e Vaduz una giornata quasi primaverile. Sul San Bernardino però ritroviamo l'umidità perduta, un cielo chiuso e una leggera nevicata.
Alle 15 raggiungiamo una Milano uggiosa, fredda, umida, smorta, senza più lo sfavillio di quelle luci, la magia di quella neve.
Alla prossima...