00:00 16 Luglio 2008

Clima: sole ancora al minimo, intanto anche il metano entra nel calderone fittizio del riscaldamento globale

Dopo la tanto decantata CO2 anche il metano sale sul banco degli imputati per il Global Warming. Intanto prosegue il minimo solare e le teorie catastrofiste potrebbero essere costrette a cambiare aria

Metano e clima: causa o effetto? Il tormentone che lega i gas atmosferici con l’andamento del nostro clima torna ad intrecciarsi come in un thriller senza lieto fine, anzi senza fine. Si, perchè ora alla famigerata CO2 si sta aggiungendo anche il metano quale pericoloso gas a effetto serra.

Considerati i provvedimenti che da più parti si cercano di prendere nei confronti delle emissioni di anidride carbonica, ormai considerata a tutti gli effetti (e a torto naturalmente ) inquinante, potremmo pensare ad un raddoppio giocato questa volta anche sul metano, con tanto di ricadute fiscali come ulteriore mannaia sulle nostre povere tasche.

Sul discorso metano, lasciate da parte le congetture che demonizzano la presenza sul territorio degli animali da allevamento (che ci sono sempre stati) e che sono ritenuti responsabili di emettere grandi quantità di gas, ora l’attenzione si sposta aullo scioglimento del permafrost a livello delle steppe, nonchè alla aumentata traspirazione di un oceano Artico ipoteticamente libero dai ghiacci.

Ancora un allarme, ancora catastrofismo e se vogliamo, ancora protagonismo allo stato puro da parte dell’Uomo. Portavoce di questa notizia la rivista Nature che ha pubblicato lo studio di un geologo americano, tal Martin Kennedy.

Secondo lo scienziato americano la Terra negli ultimi 600 milioni di anni si è trasformata da una informe palla di ghiacio in un pianeta che ha permesso la nascita della vita grazie a una fuga di massa del metano racchiuso nei ghiacci che allora si estendevano fino all’equatore. Il metano rilasciato in atmosfera avrebbe fatto salire la temperatura, facendo sciogliere ulteriormente altri ghiacci e causando così la diffusione di altro gas.

Peccato che il geologo si sia perso un pezzo: cosa avrebbe permesso mai l’input iniziale che ha determinato lo scioglimento dei ghiacci e dunque la liberazione del metano? Forse il Sole? Mistero. Il solito, ossia è nato prima l’uovo o la gallina?

I dati certi che provengono da studi accreditati condotti da climatologi su epoche più recenti e dunque perfettamente ricostruibili con vari metodi come i carotaggi, la paleoclimatologia, l’analisi degli speleotemi (studio delle stalattiti), lo studio dei tronchi delle piante ma anche da misurazioni strumentali, ci conducono verso conclusioni molto più verosimili.

Il Sole sarebbe in sostanza il motore principale dei cambiamenti climatici avvenuti sul nostro Pianeta sia a lungo termine che nei periodi più brevi. Basti pensare al minimo solare noto come “Minimo di Maunder” a seguito del quale si verificò il generale raffreddamento noto come Piccola Età Glaciale con apice nel 1850.

Spicca se vogliamo anche la breve parentesi più fredda occorsa intorno agli anni’70 (mutamento a scala più piccola e rapida) a seguito di un ciclo solare particolarmente debole, il numero 20 e il riscaldamento seguente dovuto ai tre cicli successivi decisamente attivi. L’attuale prolungamento del minimo solare potrebbe invero dire la sua sulla linea climatica del Pianeta nel prossimo futuro e su questo vogliamo focalizzare la nostra attenzione, con buona pace delle mucche e delle loro flatulenze.
Autore : Luca Angelini