00:00 27 Agosto 2010

Clima: nessuno tocchi il buco dell’ozono

Fenomeno naturale che tutti gli anni nella primavera australe prende vita nella stratosfera al di sopra dell'Antartide. Ritenuto dannoso, viene ora invece rivalutato poichè porterebbe benefici nella regolazione dei gas serra a bassa quota.

Il buco dell’ozono fa male al clima del nostro Pianeta, anzi no. Che confusione! Questa frase è la sintesi più chiara a realistica di come versi in certi campi della scienza il livello di informazione. Chiariamo. il famoso buco dell’ozono è un fenomeno stratosferico, che prende corpo durante la primavera australe sui cieli del polo Sud.

La deplezione dell’ozono porta la radiazione solare ultravioletta a penetrare in modo più massiccio nell’atmosfera recando alterazioni chimico-fisiche anche nella composizione degli strati troposferici inferiori, sede degli altrettanto conosciuti gas serra, ossia vapore acqueo, anidride carbonica, azoto e via dicendo. Tale stato di cose potrebbe risultare anche dannoso per l’uomo, dato che la maggiore incidenza dei raggi ultravioletti puo causare una maggior probabilità di sviluppare melanomi.

Qui nasce il primo grande equivoco: il buco dell’ozono si forma sui cieli dell’Antartide per un ben preciso meccanismo fisico e non interessa in alcun modo gli altri settori del Pianeta. Ora, va bene che siamo in periodo di global warming, ma da qui a mettere in guardia l’opinione pubblica che mettersi in costume sulle spiagge glaciali dell’Antartide non sia salutare pare proprio una presa in giro bella e buona.

Secondo equivoco: dopo anni e anni passati a sentire che, secondo gli studi scientifici più accreditati il buco dell’ozono sia nato in conseguenza dell’uso scellerato dei clorofluorocarburi da parte dell’uomo (vedi bombolette spray), uno studio recente ha frenato mettendo in guardia sul fenomeno opposto: la presunta politica ecologica avrebbe ora causato un aumento sproporzionato dell’ozono in stratosfera. Il tutto, notate, senza il minimo accenno al fatto che l’evento sia del tutto naturale.

Beh, ma adesso quest’ozono che abbonda in atmosfera, e non solo in quella sopra l’Antartide dunque, cosa potrebbe causare? Sembra che questo surplus renda la tropopausa, il diaframma d’aria che intorno a 10-12 km di quota, più permeabile causando così uno scambio di gas che produrrebbe una concentrazione di ozono maggiore nei bassi strati atmosferici.

Ne deriverebbe una situazione di pericolo (ancora) per la salute umana ma c’è di più: la CO2, l’altro grande protagonista degli "sconvolgimenti" climatici del nuovo millennio, causerebbe una sorta di omotermia potenziale tra bassa e alta atmosfera, accelerando dunque il trafilamento di ozono dalle quote superiori.

E noi, poveri tapini, cosa dovremmo fare? Rivalutare le bombolette spray? Inventare auto che funzionino a cloro? Sappiamo che la risposta a queste domande ben poco "scientifiche" rimarranno inevase, ma sappiamo anche che presto nuove e ben più "scientifiche" teorie ci verranno in aiuto. Speriamo solo che non ci vietino di respirare.

Autore : Luca Angelini