00:00 15 Aprile 2013

Clima: ecco come il Pianeta neutralizza l’eccesso di CO2

La concentrazione della CO2 in atmosfera e i cambiamenti climatici sono stati messi in stretta correlazione, tuttavia la questione rientrerebbe in un normale ciclo naturale.

La concentrazione della CO2 in atmosfera e i cambiamenti climatici sono stati messi in stretta correlazione, tuttavia la questione rientrerebbe in un normale ciclo naturale Il nostro Pianeta è costituito da una buccia azzurra liquida per il 70% della sua superficie. Sono gli oceani dunque a regolare la quantità e gli scambi di anidride carbonica in circolo nell’atmosfera.

E’ stato ampiamente dimostrato che gli oceani sono in grado di produrre o assorbire diverse quantità di CO2 in risposta ai cambiamenti climatici. Anche i livelli di CO2 però hanno come eco un ruolo sui cambiamenti climatici. Siamo in presenza dunque di una sorta di azione-reazione nota come effetto "feedback". Un articolo comparso sulla rivista "Carbon Balance and Management" ha pubblicato i risultati di un esperimento condotto da un gruppo di ricercatori russi grazie al quale sono stati realizzati alcuni modelli di simulazione atti a comprendere il legame tra CO2 e cambiamenti climatici.

Igor Mokhov e Alexey Eliseey, durante la stesura dei dati da inserire nei calcolatori, hanno ipotizzato che le emissioni prodotte dai combustibili fossili, anzichè diminuire come disposto dai vari protocolli ambientali, vadano ad aumentare nei prossimi 250 anni in modo esponenziale. Ebbene i due ricercatori dell’Obukov Insitute of Atmospheric Physics di Mosca hanno appurato che il percorso parallelo tra quantitativi di CO2 in atmosfera e relativo feedback raggiungerebbe un picco massimo durante il quale azione e reazione inizierebbero ad annullarsi a vicenda.

La conseguente successiva diminuzione delle concentrazioni di CO2 azzererebbe dunque il feedback stesso facendo ripartire il ciclo dall’inizio. In sostanza il Pianeta si porterebbe in questo modo al suo stato di equilibrio iniziale con le temperature che rientrerebbero dal cosiddetto Global Warming, sempre che lo stesso sia imputabile solo ed esclusivamente all’anidride carbonica. Il peso delle emissioni antropiche aumentate a livello esponenziale, avrebbe dunque un impatto minimo (seppur non irrilevante) e provocherebbe essenzialmente un leggero anticipo temporale nel raggiungimento del picco di saturazione di CO2.

In sostanza i ricercatori russi affermano che il ciclo del carbonio raggiungerà comunque il punto di saturazione indipendentemente dalla velocità dello stesso, proprio quella velocità additata a sostegno delle tesi di un riscaldamento climatico di origine esclusivamente antropica.

Autore : Luca Angelini