Quando diventa più probabile una fase di maltempo o un'ondata di freddo prevista a lungo termine?
Semplice, quando nelle mappe, non necessariamente tutte, compare l'evento estremo.
Se infatti il peggioramento è già debole a 10 giorni di distanza, non arriverà "integro" alla scadenza previsionale, se invece ritroviamo affondi freddi severi, ripetuti per più emissioni, allora si capisce che qualcosa bolle in pentola.
Ed è quello che sta succedendo per i primi giorni di febbraio.
E' da qualche giorno che diciamo che la data di lunedì 5 e di martedì 6 febbraio sembrano essere le più importanti per delineare una massiccia irruzione di aria artica sull'Europa centrale, orientale e in parte anche sul nostro Paese, accompagnata anche da precipitazioni nevose.
Non a caso avevamo anche provocatoriamente titolato: neve a Roma il 5 febbraio? Niente avviene a caso. Tutto nasce dall'osservazione quasi ossessiva delle mappe.
Questa volta l'evento prospettato, pur essendo ancora lontano, pare convincere di più i modelli e incuriosire i previsori.
Sulle 20 mappe perturbatrici del modello americano almeno una dozzina dipingono scenari perturbati di stampo invernale con risvolti nevosi su diverse regioni.
La segnalazione, che avviene ormai da giorni, è assolutamente degna di menzione, considerati i movimenti barici interessanti che andrebbero ad innescarla.
Non perdetevi un solo aggiornamento dunque!
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CARTE meteo estreme? Quando sono tante segnalano quasi sempre un evento!
E' un segnale.
In primo piano - 25 Gennaio 2018, ore 09.49
Autore : Alessio Grosso
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CLAMOROSO! Il FREDDO RUSSO sbarcherà in Italia nella settimana di PASQUA!
