00:00 21 Luglio 2020

CALDO: le bizze delle ISOLE di CALORE cittadine

Tutte le curiosità su un fenomeno che ai giorni nostri rimane ancora molto attuale.

 

Molto spesso possiamo osservarla durante l’inverno, quando siamo in città la temperatura risulta un po’ meno pungente, mentre appena si esce fuori dal centro abitato, la mole di edifici, di asfalto e di cemento diminuisce drasticamente, ed anche la temperatura subisce un abbassamento che può essere tanto maggiore quanto più è grande il centro abitato. Stiamo parlando della cosiddetta "isola di calore", un fenomeno in cui la città risulta più calda rispetto alle aree rurali circostanti. Si tratta di un fenomeno che viene studiato da molto tempo, il primo ad accorgersi della sua esistenza, è stato il farmacista inglese Luke Howard che fu tra i primi ad accorgersi che la città può essere più calda rispetto alle zone circostanti di campagna.

Questo farmacista è famoso per aver creato una classificazione moderna delle nubi. Nel 1818 pubblicò uno studio sul clima di Londra, dove per la prima volta descrisse il fenomeno dell’isola di calore. In media nelle grandi città che contano una grandezza di almeno un milione di abitanti, vengono registrate temperature medie annuali tra 1 e 3°C più elevate rispetto al circondario.

Come mai le città si scaldano di più?

Un ruolo importante viene rivestito dai materiali con cui sono costruite le nostre città, il più delle volte si tratta di materiali che hanno una albedo bassa e quindi possiedono una elevata capacità termica, possono immagazzinare molto calore anche a causa dei colori scuri, basti pensare all’asfalto di color nero. Inoltre l’infrastruttura urbana è in grado di moltiplicare l’albedo effettiva della superficie cittadina perché la radiazione solare entrante viene riflessa e assorbita più volte tra i muri degli edifici.

Durante la notte il calore assorbito viene liberato verso lo spazio attraverso radiazioni ad onda lunga ed anche in questo caso i raggi termici che vengono emessi in tutte le direzioni, possono essere assorbiti e riflessi più volte dai palazzi.

L’ultimo aspetto da considerare è il ruolo svolto dalla vegetazione; spesso le zone centrali delle città sono caratterizzate dalla mancanza di vegetazione e da grandi superfici impermeabilizzate che impediscono la dispersione del calore. Al contrario il suolo naturale è soggetto a fenomeni di evapotraspirazione e questo significa che una porzione significativa di energia che arriva dal sole, viene impiegata per far evaporare l’acqua contenuta nel suolo e nelle foglie e pertanto queste superfici rimangono fresche, con una diminuzione più accentuata della temperatura durante le ore serali e notturne.

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Autore : William Demasi