Una lingua di aria gelida puntata sull'est europeo e fin giù su Grecia, Turchia, Medio Oriente ma senza disdegnare una puntatina anche sulle nostre regioni adriatiche e meridionale: lo scenario paventato negli ultimi 2 giorni per la fine dell'anno da alcune mappe del modello americano è ancora lì sul tavolo, non è stato affatto cestinato.
Il modello americano torna a mostrare questo schema barico in diverse corse perturbatrici, in linea con una fase di indebolimento dell'attività del vortice polare prevista dal 22-23 dicembre in poi.
Quel crollo, pur temporaneo, potrebbe aprire scenari ben più interessanti di un normale passaggio perturbato da ovest sull'Italia (come propone il modello europeo) dando vita ad una discesa di aria artica continentale anche severa che avrebbe certamente la strada spianata laddove le correnti occidentali arrivano sempre con fatica e un po' dopo: l'est europeo.
Se l'alta pressione, che nelle mappe vediamo addirittura protesa sin sul Polo, costruisse un muro più resistente di quello che si vede in questa mappa, allora il freddo potrebbe prendere strade anche più occidentali e originare un cambiamento ben più importante di una semplice diminuzione delle temperature.
Che possibilità ci sono che il tempo per fine anno si conceda una parentesi fredda da nord e si concretizzi davvero uno scambio meridiano di calore così spettacolare?
Le stesse di ieri: 15%, rispetto ad un 25% concesso oggi all'inserimento di fronti perturbati atlantici, ipotesi più semplice e statisticamente più probabile, al 55% per la prosecuzione dello status quo con l'alta pressione dominante e al 5% per altre ipotesi.
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Brivido freddo a fine anno? Il modello americano ci pensa...
Alcune mappe relative al nord emisfero mettono ancora in luce la possibilità che l'anticiclone punti al Polo nord e si insinui verso il sud Europa una lingua di aria gelida.
In primo piano - 18 Dicembre 2015, ore 09.04
Autore : Alessio Grosso