00:00 1 Febbraio 2013

Blocking oceanico: il modello americano ed il modello inglese hanno visioni contrastanti

La previsione sulla possibile evoluzione atmosferica tra la prima e la seconda decade di febbraio presenta ancora parecchi nodi da sciogliere: facciamo il punto della situazione.

Nei prossimi giorni l’atmosfera tenterà di organizzare un pattern di blocking con la graduale elevazione verso nord dell’anticiclone delle Azzorre in oceano Atlantico. Al momento la formazione di questo blocking è ancora incerto. Questa incertezza è provocata dalla difficoltà dei modelli sia di prevedere quale sarà l’ampiezza dell’onda prevista elevarsi verso nord, sia quale sarà l’attività del ramo canadese del Vortice Polare.

In conseguenza di questa delicata fase di transizione modellistica, quest’oggi ritroviamo ancora una notevole differenza di vedute tra il modello americano e quello europeo. I due modelli per quanto riguarda la tenuta del blocco a lungo termine prevedono scenari assai differenti. Questi stessi scenari si riflettono inevitabilmente nell’intera circolazione prevista in ambito europeo nel cuore di febbraio.

Il modello inglese ECMWF già da qualche giorno sposa una linea di tendenza decisamente orientata verso la strutturazione di un blocking massiccio in ambito atlantico. Un graduale ma costante raffreddamento dell’Europa avvierebbe così una lunga parentesi invernale anche sull’Italia con effetti vistosi in termini di freddo e di precipitazioni nevose a bassa quota.

Il modello americano dopo alcuni run molto freddi usciti nella giornata del 31 gennaio, fa un salto indietro rivalutando la tenuta del blocking sull’atlantico. Dopo una fase fredda prevista tra mercoledì 6 e domenica 10 febbraio, l’anticiclone tenderebbe a spanciare sin verso il Mediterraneo centro-occidentale vanificando ben presto uno degli ultimi tentativi del generale inverno di imporsi sul nostro stivale.

Qual’è il nodo da sciogliere nella previsione?

I modelli hanno difficoltà ad inquadrare la reale efficacia del blocking previsto sull’oceano Atlantico. Da questo grosso grado di incertezza dipendono le marcate divergenze sulle previsioni odierne. Il grado di maggiore incertezza previsionale si trova sull’oceano Atlantico e non è affatto una posizione casuale. Su questo settore del globo in fase di inizializzazione mancano alcuni parametri fondamentali che permettono di avere un’idea chiara dello "status" atmosferico presente.

Mancando stazioni di misurazione dati, il modello matematico si trova costretto ad estrapolare informazioni, tappando queste lacune. Il nodo da sciogliere per comprendere quale sarà l’evoluzione del tempo tra la prima e la seconda decade di febbraio sarà quindi la tenuta del blocking sull’atlantico.

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Autore : William Demasi