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Bambini stressati: non si stupiscono quasi più per niente

Troppi impegni, ritmi frenetici, martellati dalla Tv, frullati dalla play station e nessuno sa più stupirsi per le cose semplici e belle che la natura sa offrire.

In primo piano - 29 Giugno 2010, ore 12.25

"Quando i bambini fanno ooh, guarda la pioggia..." Caro Povia, la tua canzone è sempre bellissima ma forse ormai anacronistica. Ascolto i bambini per strada, nei centri commerciali, nei parchi. Hanno lo sguardo spento, annoiato.

Specialmente le bambine che superano i 6-7 anni cominciano ad atteggiarsi da signorine, usando il linguaggio della madre o di qualche eroina televisiva. "Che fastidio questa nebbia mamma, che palle sto vento". "Non mi dirai che pioverà ancora stasera?" "Il temporale? E adesso come faccio a mettere le scarpe nuove?" Ma anche i maschi non sono da meno. "Se adesso nevica e rimane giù sabato non giochiamo la partita".

Sono pochi i bambini che ammirano il cielo, i suoi fenomeni e più in generale la natura. Trovi magari quello che sa tutto sulle differenze tra cervi, daini, caprioli, cerbiatti e poi se lo porti a vederne uno dal vivo in un parco naturale si stupisce che uno di questi meravigliosi esemplari scappi e rimanga a distanza in seguito ad un approccio imprudente.

Sto parlando ovviamente dei ragazzi di città ma qualche caso analogo si ritrova anche nei borghi di montagna e nelle località di mare. Il punto è che questi bambini apprendono un linguaggio stereotipato e quasi tutti, salvo qualche piacevole eccezione, vi si adeguano acriticamente.

Trovare un bambino che resti sveglio di sera per osservare l'arrivo di un forte temporale rimane sempre un caso raro, piuttosto perderebbe il sonno per un torneo di play station ma il processo di inurbamento ha condotto anche i nostri bambini a vivere spesso senza curarsi del tempo atmosferico. Intendiamoci: non ho nulla contro gli strumenti offerti dalla tecnologia, anzi credo che, se usati con intelligenza, abbiano un grande ruolo nell'aiutare a sviluppare la fantasia dei bambini.

Il punto è che l'offerta è eccessiva e multipla e il bambino rischia di fare mille esperienze, tutte superficiali e di conseguenza inutili: -tempo pieno a scuola -compiti che non finiscono mai -corso di inglese multimediale -corso di danza -corso di tennis -catechismo .corso di piano -allenamenti di calcio -trasferimenti Quanto tempo resta al bambino per fare quello che vuole senza che qualcuno gli organizzi costantemente la giornata con i suoi orari frenetici? Poco; in quel lasso di tempo finirà per annoiarsi perchè non sarà più in grado di giocare da solo, avrà bisogno della tv o del videogame che gli facciano compagnia, del telefono per chiamare un amico, di internet per scaricarsi un video musicale (e questo sarebbe il male minore) ma non resta nulla per comprendere i messaggi della natura. I genitori in questo senso non sono di grande aiuto.

"Papà cos'è quella nuvola lì strana?" "non lo so ma stai tranquillo sarà passeggera, ho sentito le previsioni e non è prevista pioggia". Insomma l'importante è che il cielo non dia fastidio. Non deve distrarci dalla mediocrità di tante nostre giornate, che sarebbero invece molto più pregne di contenuti solo se, almeno di tanto in tanto, si osservasse un pezzo di cielo e un po' di natura, basterebbe anche solo annaffiare l'alberello striminzito dietro casa o la piantina sul terrazzo per sentirsi meglio. O no?


Autore : Alessio Grosso

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