Quell'angolo di mondo che ruota attorno ai suoi ghiacci perenni, l'Antartide, continua a mostrare la sua indole anticonformista nei confronti dell'andamento climatico del resto del Pianeta. Ecco perchè spesso abbiamo sottolineato che l'inflazionato "global warming" sarebbe più correttamente inquadrabile quale "warming", un po' meno come "global".
In realtà però negli ultimi tempi, e in particolare nelle ultime due settimane del mese di maggio 2009, anche l'Antartide sembrava sfuggire alle sirene del tepore cadendo nella trappola del nostro warming.
Alla luce dei fatti invero, supportati dalla mole di dati che arriva dai vari satelliti ad orbita polare attorno al globo, questo riscaldamento altro non è stato che una parentesi come un'altra, una oscillazione dovuta probabilmente al cambio di assetto stagionale del vortice polare antartico sui vari piani atmosferici.
Un'altra supposizione ci ha portato a ipotizzare che le bolle di acqua tiepida in risalita lungo la zona equatoriale del Pacifico nota come "zona ENSO", e destinate ad alimentare il noto fenomeno di El Nino, siano finora sfuggite verso sud andando a confluire in area antartica risultando dunque quale concausa del riscaldamento ivi registrato.
Ora però l'asse Nino-Nina è tornato a funzionare, con il bambinello del Pacifico che si prepara alla sua performance natalizia del 2009. Per contro, proprio in concomitanza di questo, l'Antartide ha ricominciato la sua fisiologica dicesa verso temperature più consone. I ghiacci marini che imprigionano nella loro morsa il continente hanno subito reagito con una buona prestazione che li ha portati da un trend in incipiente calata ad una nuova fase di crescita.
Dobbiamo anche aggiungere che nel corso di maggio e dei mesi precedenti, pur con qualche periodo un po' difficile, i ghiacci antartici hanno comunque sempre tenuto, mostrando un'estensione abbondantemente superiore alla media trentennale (fissata a 10,7 milioni di kmq); il surplus ha ora nuovamente sfondato il muro del milione di kmq al di sopra di detta media. Insomma un Antartide in soddisfacente ripresa; e ora laggiù arriva l'inverno.