C'è chi ultimamente aveva giurato di vedere il buco dell'ozono mangiarsi letteralmente la banchisa glaciale antartica. Ora invece lo stesso buco diventa la probabile causa dell'improvviso blocco dell'ablazione pre-estiva. Insomma come stanno realmente le cose dall'altra parte del mondo?
Anzitutto facciamo chiarezza: il normale ammanco primaverile di ozono stratosferico al di sopra della calotta antartica è regolarmente al suo posto. Con l'avanzare della stagione esso tenderà progressivamente a richiudersi grazie ad una serie di reazioni chimiche che vedono coinvolti ozono, cloro e biossodo d'azoto.
Bene ma allora cosa sta succedendo ai ghiacci antartici? Dopo il recente scioglimento anticipato ora la banchisa mostra una netta ripresa nonostante la primavera australe sia sempre più in fase avanzata. La situazione non è nuova essendosi presentata anche in anni passati e la causa va ricercata nella potenza del vortice polare antartico.
E come si può monitorare questo parametro? Semplicemente andando ad analizzare l'andamento dell'indice AAO, ossia della oscillazione antartica. L'indice, speculare al nostro AO, mostra al momento valori piuttosto elevati, sintomo di un vortice in ottima salute, colmo di aria fredda, favorevole al mantenimento ottimale dei ghiacci.
L'attuale situazione fa da contraltare a quanto è avvenuto a fasi alterne tra agosto e ottobre ma soprattutto a inizio novembre, quando si verificò una fase piuttosto blanda con dispersione dell'aria fredda antartica alle medie latitudini. Tutto rientrato nella norma insomma; i ghiacci antartici proseguono, estate australe permettendo, la loro scalata al milione (di chilometri quadrati) di anomalia positiva.