Nonostante il clamoroso calo del prezzo del petrolio al barile (da 144 a 66 dollari in un anno) il nostro risparmio al distributore è stato solo di una manciata di centesima, in media 25.
I colossi societari della ExxonMobil e della Chevron che hanno ricavi spaventosi dovrebbero fornire al pubblico delle spiegazioni, anche se la risposta molti la conoscono già.
Difficile accettare che i rincari del greggio scattino quasi in simultanea sui listini di benzina e gasolio, mentre i ribassi NO.
Non è oltremodo concepibile che in un anno la benzina sia scesa SOLO da 1.53 a 1.27 al litro quando il prezzo di un barile nello stesso periodo dello scorso anno era di 144 dollari?
Altro che il J.R. Ewing di Dallas, qui sembrano esserci speculazioni grandi quanto un grattacielo. E invece, a sentir loro, i petrolieri, tutto sembra a posto. La colpa, secondo il rappresentante delle compagnie petrolifere De Vita, sarebbe nostra, che abbiamo l'abitudine di farci servire invece di utilizzare il self-service.
Ci crede davvero così stupidi? Lo sconto tra quella da "servito" e quella "fai da te" è davvero risibile.
Un'altra ragione, sempre secondo De Vita, sarebbe da attribuire all'alto numero degli impianti, troppi, con vendite basse e costi elevati.
Bene, allora cominciamo ad accorparne qualcuno, ridistribuendo sul territorio il personale, non sarà poi così difficile.
Che poi sia anche e soprattutto colpa di accise ed Iva, ne siamo assolutamente consapevoli e qui dovremmo bussare allo Stato in modo fermo, invece di fare le solite cagnare per cose che contano poco o nulla.
De Vita aggiunge che non va solo considerato il prezzo del petrolio ma anche le quotazioni Platts (un’agenzia indipendente basata a Londra) relative al greggio raffinato, benzina o gasolio, espresse in dollari per tonnellata, che vengono elaborate sulla base del rapporto domanda-offerta.
Infine i recenti rincari dei prezzi dei carburanti sarebbero da ricondurre alle raffinerie, che starebbero cercando di recuperare le perdite subite lo scorso anno, quando comprarono petrolio al massimo delle quotazioni, per poi rivendere i raffinati a prezzi bassi.
Pr risollevarsi gli impianti di raffinazione avrebbero ridotto la produzione, in modo da far salire i prezzi.
Resta il fatto che gli italiani pagano la benzina più di tutti i "colleghi" europei e questo è davvero inammissibile.