Sembra quasi che un filo invisibile colleghi come un pendolo le ondulazioni del vortice polare alla "messa a terra" del Mediterraneo. Si perchè sulle tranquille acque del Mare Nostrum stazionerà ancora a tempo indeterminato una sorta di buca entro la quale verranno convogliati tutti i malesseri atmosferici vaganti in questo angolo di Europa.
L'osservazione fa seguito a quanto avevamo analogamente rilevato ormai qualche anno fa nei confornti di un'altra "falla" di pressione quasi-stazionaria, quella che avevamo battezzato falla iberico-marocchina. Tutto ciò spiega "l'inspiegabile" ciclicità della Natura, quell'alternanza di equilibri che apparentemente sfugge alla nostra logica e alla schematizzazione mentale umana.
Eppure c'è e ci sarà ancora; se ne starà li a centrifugare masse d'aria di diverse provenienze e origini, costringendole a convergere e a costruire nubi e piogge. Accadrà in modo particolare nell'ultima settimana di aprile, probabilmente fino alle porte del Primo Maggio.
Un asse di saccatura difatti, sfuggito alle maglie del vortice polare di per sè in generale rinforzo, andrà proprio a cadere nella trappola tra il 26 aprile e il Primo Maggio determinando un nuovo peggioramento del tempo su diverse regioni italiane, proprio quando un temporaneo allentamento dell'instabilità faceva illudere gli amanti del bel tempo per un ritorno del sole.
Tra i nostalgici del bel tempo, quelli che dovranno rimanere abbottonati nei loro giubbotti e con l'ombrello a portata di mano saranno in particolare coloro che vivono al nord e al centro. Un vortice depressionario in fase di approfondimento infatti pentrerà domenica 26 dal nord Atlantico verso la penisola Iberica per poi deviare ad arco verso i nostri mari di ponente dove pare intenzionato a gettervi l'ancora fino ai primi albori del nuovo mese.
Le conseguenze contemplano il ritorno in grande stile delle piogge al settentrione (con nuova neve sulle Alpi) e su buona parte delle regioni centrali, segnatamente quelle tirreniche. Il sud rimarrà un po' ai margini ma potrebbe comunque rimanere coinvolto in un secondo tempo da una manovra che spesso si attua in questi casi, laddove la corrente a getto subtropicale riuscisse ad agganciarsi per far risalire verso il nostro meridione le insidiose masse nuvolose nord-africane.
Questo sempre che l'alta pressione non riesca a svegliarsi dal suo torpore. Ma quest'anno l'alta pressione non c'è, così la primavera si dovrà arrabattare tra un temporale e l'altro, tra un impulso instabile e l'altro per regalare allo Stivale quel poco sole che potrà, ma sempre con il contagocce.