00:00 15 Luglio 2020

Alta pressione AFRICANA ancora sotto tono: parola di ITCZ

Controlliamo le mosse dell'alta pressione africana con l'itcz

Un buon metro per cercare di capire le mosse dell’alta pressione africana è l’ormai famoso ITCZ (InterTropical Convergence Zone). Si tratta della zona di convergenza intertropicale situata mediamente sull’equatore. Qui si ha la convergenza degli Alisei dell’emisfero boreale e la risalita di masse d’aria calda che determinano l’area di instabilità equatoriale, con piogge e temporali.

Questa ipotetica linea, chiamata anche equatore climatico, fluttua a nord e a sud a seconda delle stagioni. In estate, tra luglio e settembre, tende ad estroflettersi verso nord di circa 18°/19° sopra l’equatore, in risposta al maggiore o minore vigore della circolazione monsonica delle latitudini tropicali.

I suoi movimenti determinano anche lo spostamento verso sud o nord delle alte pressioni subtropicali (che si estendono immediatamente a nord e a sud della ITCZ), determinando così un forte influsso anche sul tempo di casa nostra.

Una maggior estroflessione dell’ITCZ verso nord facilita le rimonte dell’alta pressione africana verso il Bacino del Mediterraneo e l’Italia. Di conseguenza, in estate, questo parametro diventa fondamentale per la previsione di una possibile risalita del famigerato "Gobbo".

L’ITCZ non viene monitorato in inverno, ma sale sugli altari della cronaca già a partire dal mese di aprile per i motivi suddetti. La mappa in alto ce lo mostra…così come è disposto in questi ultimi giorni, o meglio come era disposto nella prima decade di luglio. La linea scura rappresenta la sua altezza media, mentre la linea rossa la posizione assunta dal 1 al 10 luglio

Cosa notiamo? Partendo dal settore occidentale africano abbiamo un itcz più basso della norma. Muovendoci verso levante il medesimo parametro risulta in media sul settore centrale e addirittura più alto del normale sulla parte orientale del nord Africa. 

Questo significa che le risalite africane saranno agevolate sul Mediterraneo orientale e la Turchia, mentre sul Mediterraneo occidentale e l’Italia l’azione del Gobbo dovrebbe essere molto marginale, se non nulla stante la debolezza della circolazione monsonica sottostante. 

In altre parole, non ci sono ancora le condizioni per ondate di caldo intense e persistenti ne sull’Italia, ne sul Mediterraneo occidentale. Ciò non vuol dire che farà fresco, ma il caldo presenterà (per ora) carattere di normalità e non di eccezionalità.

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Autore : Paolo Bonino