Alta pressione a farfalle. Non è passato molto tempo dagli anni in cui l'incubo onnipresente di un anticiclone anomalo tendeva ad ogni occasione la trappola alle nostre stagioni riducendole tutte e quattro ad un'unica grande estate o quasi. Eppure la natura ha dato dimostrazione (se ancora ce ne fosse bisogno) di saper trovare sempre nuovi equilibri.
In questo caso, o meglio, in questa nuova fase perchè di questa a conti fatti si tratta, dobbiamo imparare a discernere nuovi scenari, e a convivere con i nuovi protagonisti del nostro tempo. Senza scomodare inutilmente global warming, sole, CO2 e quant'altro, dobbiamo anzitutto prendere atto di queste frequenti sbandate anticicloniche che inducono a smuovere impulsi più o meno reglari di aria instabile verso il traguardo mediterraneo.
Una tale manovra pare debba compiersi anche a cavallo del prossimo fine settimana allorquando il ciclope del bel tempo, anzichè distendersi lungo i paralleli e rilassarsi sul Mare Nostrum, andrà a ergersi lungo i meridiani, salvo andare a coricarsi poco oltre il Circolo Polare Artico e ripiegare sulla penisola Scandinava.
Le zone che abbiamo citato sono tutte occupate da aria fredda. E proprio quest'aria fredda verrà scalzata dalla figura di bel tempo e scivolerà inevitabilmente verso l'Europa centrale e il Mediterraneo. Il tutto, se dovesse andare secondo i piani che la maggior parte delle nostre carte ci suggerisce, ci procurerà un nuovo calo delle temperature, nonchè una nuova acutizzazzione dell'instabilità atmosferica.
La posizione geografica del nostro Paese renderà maggiormente vulnerabile a questo nuovo scenario il nord Italia, dove la colonnina di mercurio, non ancora riuscita a salire su valori consoni al periodo, tornerà a scendere riallontanando di fatto gli sviluppi della primavera. Saranno possibili anche rovesci sparsi e qualche nevicata sulle Alpi oltre i 1000-1200 metri di quota, segnatamente domenica.
Il centro e il sud verranno interessati in seconda istanza e se la giocheranno con un generale rinforzo del vento e con un calo termico complessivamente più contenuto, soprattutto sui versanti tirrenici e sulle Isole Maggiori. Più bassa inoltre, rispetto al nord, la probabilità di precipitazioni, a causa di un abbaccio più marginale da parte della struttura depressionaria portante in piena azione sull'Europa transalpina.