E' l'agosto del 1994: ci troviamo tra Macomer e Cuglieri nella zona boscosa che sovrasta la zona (M.Ferru),attorno ai 700 m di quota. Siamo ospiti della casa Ritiri Spirituali Santa Annunziata, a due km di strada dal Passo della Madonnina.
Da qui con un pulmino giriamo la Sardegna per studiarne attentamente i micro-climi e fare rilevazioni con strumenti professionali. Il 2 agosto una leggera instabilità provoca qualche isolato temporale, poi l'isola piomba nella più totale siccità. In cielo non c'è una nuvola, comincia a soffiare un terribile vento di Scirocco.
Le temperature superano ovunque i 34°C con punte di 35-37°C tra il 7 e l'8, quando l'isola si infuoca. Si hanno notizie di incendi a catena: dal Sassarese al Cagliaritano. A Barumini, la zona dei nuraghe sembra di essere in pieno deserto. Il caldo degli incendi porta la temperatura oltre i 40°C, non esiste l'umidità ma sembra di essere cotti in un forno a fuoco lento.
Decidiamo di andare a Santa Caterina di Pittinuri, al mare. Dalla spiaggia un'altissima colonna di funo in direzione dell'entroterra ci avverte che verso Cuglieri i boschi stanno bruciando. Ci chiamano via cellulare, la casa è minacciata dalle fiamme. Se entro due ore il vento non cambierà direzione ci evacueranno tutti. Si torna a razzo con il cuore in gola: percorrendo i tornanti che da Cuglieri salgono verso la casa l'incendio emerge in tutta la sua brutalità: le fiamme minacciano un centro di vacanza per anziani e si levano alte nel cielo. I vigili del Fuoco hanno già provveduto all'evacuazione. Sulla strada dell'incendio però c'è ancora una comunità: la nostra!
Al nostro arrivo tutti i sacerdoti sono agitati: "saremo evacuati? La casa brucerà?". Il vento è ancora forte da SE ma una leggera brezza di monte serale da NE riesce per qualche attimo a prevalere e ad allontanare la minaccia. La casa si libera dal fumo: è terribile lo spettacolo che si apre di fornte a noi. Dalla strada si individuano ora nettamente i Vigili del Fuoco pronti a farci scendere a Cuglieri sotto scorta. Sono le 20.05 quando il collega Gianni, ricorda di aver dimenticato gli strumenti meteo nella radura sopra la casa. Non c'è tempo ma Gianni ci va lo stesso. La brezza è finita, il fuoco avanza implacabile, arriva un elicottero a lanciare del ritardante.
Gianni è sfuggito ai controlli e se lo becca in pieno addosso. Non sappiamo come ma, attraverso una scorciatoia nei boschi, riesce a fermare l'ultimo veicolo che scende verso valle e si mette in salvo. 3 milioni di lire di strumentazione sono andati perduti. Ci sfollano come in guerra ad Oristano: quella notte il cielo della Sardegna rimase dipinto di rosso: il fumo degli incendi si scorgeva da tutta la città. Tornammo sul posto il 13: la casa si era salvata ma gli strumenti no. Il giorno di Ferragosto da un cumulus congestus caddero 4 beffardi goccioloni. Fu l'unico tentativo di rovescio che si vide sull'isola fino alla fine del mese, anche se lo Scirocco cessò e fu sostituto gradualmente dal Maestrale.
L'aereo che ci riportava a Milano sorvolò un'isola desertica che implorava solo un po' di pioggia. Un estate davvero terribile.