Dalla Befana era stato lasciato in eredità un freddo robusto, di quelli che hanno bisogno solo di una modesta perturbazione da ovest per lasciare il posto ad un candido mantello di neve.
Invece, come avviene sempre più spesso da quando il flusso perturbato atlantico si è alzato di latitudine, i fronti non riescono a penetrare con quella pendenza che garantirebbe non solo fenomeni ben più importanti, ma limiterebbe quelle paurose scaldate in quota, che facilitano il pericoloso fenomeno della pioggia congelantesi al suolo.
Inoltre un fronte che non sia accompagnato da un'adeguata curvatura ciclonica delle correnti magari su molte zone finisce per provocare precipitazioni solo sottoforma di pioviggine, che derivano dalle nubi più basse richiamate dal passaggio frontale, dalle quali non riescono a generarsi fiocchi: mettiamo insieme le due cose e il pasticcio è fatto.
Dove il fronte è riuscito a determinare precipitazioni vere e proprie con termiche in quota adeguate o appena sufficienti la neve ha fatto la sua comparsa, come ad esempio sull'alta Lombardia, ma in questo caso anche sul nord-est, dove i fiocchi sono arrivati anche sulle coste, come nel caso di Bibione (VE).
Da notare che lo strato d'aria al suolo era così freddo che quando è intervenuta aria più fredda in quota post-frontale sono comunque riusciti a verificarsi alcuni deboli rovesci nevosi che hanno seguito il gelicidio, eventualità non così frequente.
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13 gennaio 2017 al nord: tra GELICIDIO clamoroso e spruzzate di neve
L'episodio avrebbe potuto portare una buona nevicata, invece l'intrusione di aria mite in quota la relegò solo su alcuni settori della pianura e della costa del nord-est, mentre in altri cadde pioggia congelantesi.
In primo piano - 12 Gennaio 2018, ore 09.43
Autore : Alessio Grosso