00:00 26 Agosto 2008

I BELLISSIMI di MeteoLive: 16 settembre 1972: l’emozione della prima neve

Bianche emozioni settembrine...

Tra qualche settimana cadrà l’anniversario del 16 settembre 1972. Quel giorno segnò per me l’inizio ufficiale della mia grande passione per la natura e i suoi fenomeni atmosferici, e in particolare per freddo, pioggia e (soprattutto) neve.

Mi trovavo a Riva Valdobbia (mt. 1112 slm – Alta Valsesia – Piemonte), e la mia lunga vacanza estiva stava per concludersi. Le scuole allora iniziavano il 1° ottobre e bisognava rientrare con qualche giorno di anticipo per prepararsi.
Io avevo sette anni…

Nonostante sia passato tanto tempo, alcuni ricordi si sono fissati nella mia mente in modo indelebile. Era un sabato mattina, e quel giorno, dopo una settimana di lavoro, mio papà sarebbe salito su in montagna a prendere tutta la famiglia per riportarci in provincia di Torino dove allora vivevo.

Fu aprendo le ante in legno della mia camera da letto che apparve uno spettacolo totalmente inaspettato: prati ed alberi erano ricoperti da un meraviglioso piccolo strato di neve, e per di più la neve continuava a cadere (anche se bagnata). Vestirsi fu un attimo, come lo fu scendere al pian terreno, infilarsi un maglione pesante, e prendere il primo ombrello che capitò.

Il termometro appena fuori casa segnava + 2°C (questo lo ricordo perfettamente) e bisognava affrettarsi, poiché la nevicata sembrava tramutarsi in pioggia.

Io piccolino, con il mio grande ombrello sulla testa, gli stivaletti neri lucidi ai piedi, girovagai a lungo quella mattina per godermi gli ultimi fiocchi di quello straordinario episodio.

Mi avvicinavo alle macchine, e ripulivo lo strato di neve caduta per vedere se quella nuova avrebbe attaccato; stesso esercizio poi con l’ombrello; e poi vedere la neve bagnata che cadeva dai rami degli alberi; e poi ancora sentirla sotto i piedi nel prato con il suo inconfondibile schricchiolio.

Poi un salto veloce in casa a prendere la mia casetta costruita coi Lego, per metterla fuori e vedere se la neve si fermava sul tetto (ma la neve non si fermava… solo dopo capii che la casetta di lego andava messa fuori qualche ora prima in modo che si raffreddasse anche lei….).

E poi ancora, guardare più in alto verso la montagna, per vedere alberi arabescati di neve, appesantiti da un carico che, poche decine di metri sopra casa mia era visibilmente più abbondante…

In mattinata la neve si trasformò in pioggia. Io pregavo che quella appena caduta non si sciogliesse, perché mio papà sarebbe arrivato nel pomeriggio e volevo fargli vedere la neve…

Ma nel pomeriggio continuò a piovere e quando mio padre arrivò su, riuscì a vedere la “mia” neve solo sulle alture circostanti. I vecchi del posto ci dissero che una nevicata così a metà settembre era un fenomeno rarissimo, ma non era la prima volta che capitava.

Da allora la mia passione per la natura e per la neve crebbe in modo smisurato. E ancora oggi a 40 anni, almeno da quel lato lì, non sono cambiato.
Autore : Cornobianco, Lugano