00:00 5 Aprile 2007

Il responso dei minerali: molte sciroccate anche nel passato sulla nostra Penisola

Il quarzo in una roccia calcarea? Impossibile! Eppure piccole particelle di quarzo sono state trovate mappando i componenti dei calcari che formano gran parte dell’Appennino ligure orientale. Come mai?

La maggior parte delle rocce che compongono l’Appennino ligure centro-orientale (quello posto ad est della linea Sestri Voltaggio che separa geologicamente le Alpi dagli Appennini) sono composte in prevalenza da rocce di tipo sedimentario, come i calcari e le argilliti.

La genesi di queste rocce non si deve quindi ricondurre ad un processo vulcanico, derivato cioè dalla solidificazione di un magma, bensì dalla precipitazione di carbonato di calcio che avviene in mare e si deposita sui fondali.

Il calcio depositato sul fondo del mare subisce un processo di compattazione che prende il nome di diagenesi. Tramite questo processo si ha la formazione delle rocce, che in questo caso saranno chiamate sedimentarie.

I movimenti tettonici di sollevamento che avvengono in tempi geologici, danno origine alle montagne con un fenomeno chiamato orogenesi.

Naturalmente se il sollevamento riguarda il fondo del mare, le rocce che formeranno le montagne non potranno che essere formate dagli stessi componenti di partenza.

Quindi, se si esaminano i minerali che compongono una roccia sedimentaria con l’ausilio di un microscopio potente, questi saranno tutti derivati da processi di sedimentazione, come per esempio la calcite.

Tuttavia sono state fatte mappature in tempi recenti, che hanno mostrato la presenza di quarzo in una roccia calcarea. L’accostamento quarzo-calcare è praticamente impossibile in natura, in quanto il quarzo è un minerale di origine vulcanica e precisamente corrispondente all’ultimo composto che si forma a seguito della cristallizzazione frazionata di un magma ( serie di Bowen).

Come spiegare questo fatto? Semplice! Il quarzo, se non si può formare sul posto, vuol dire che è stato depositato sul luogo da un agente esterno e questo agente esterno non è altro che il vento.

Il trasporto eolico della polvere del deserto che avviene con le forti sciroccate, precipita con le piogge e si “intrufola” tra i minerali della roccia colpita dalla precipitazione. Ecco spiegato il perché della presenza di piccolissime particelle di quarzo in una roccia sedimentaria come il calcare.

Molte fasi di tempo sciroccale hanno caratterizzato il nostro Paese anche nel passato.
Autore : Paolo Bonino