00:00 16 Novembre 2011

Kaos modellistico: freddo e neve a fine mese per ora restano un’ipotesi

Ne abbiamo già parlato stamane. Anche nell'ultimo aggiornamento si conferma la grande difficoltà dei modelli nell'inquadrare gli scenari barici previsti per la fine del mese e per l'inizio di dicembre.

Brutta gatta da pelare quella in mano ai modelli per la fine di novembre. Oltre all’irriducibile anticiclone, devono fare i conti con i presunti ma non ancora certi rallentamenti del vortice polare.

E oltretutto queste frenate non è detto si traducano in situazioni favorevoli alla penetrazione del freddo vero sul nostro Paese. Sono abbozzi, tentativi di uscire da una impasse che si chiama alta pressione o in altre parole da una congiuntura barica che dura da quasi 3 mesi. Un’anomalia termica superficiale è presente a ridosso delle coste occidentali del Continente ed è lì che le saccature vanno a tuffarsi, un ingolfamento figlio del tempo che stiamo sperimentando negli ultimi 30 anni.

Da qui l’immobilismo della situazione con anticicloni pachidermici che strozzano le perturbazioni e le costringono a scaricare quantità immani d’acqua su ristrette fasce di territorio, determinando alluvioni-lampo.

Lo scrissi anche qualche giorno fa: "Ci si stupisce delle piogge violente che cadono sul nostro Paese dopo magari aver passato 3 mesi senza vedere una goccia. Chi non ha maturato una cultura meteorologica è normale che rimanga scosso da questo tipo di situazione, mentre per l’addetto ai lavori è tutto frutto dei cambiamenti dei regimi barici sullo scacchiere europeo, avvenuta da circa 30 anni. Intendiamoci: non che prima tali eventi non avvenissero, solo che ne è aumentata la frequenza, non che prima l’Italia abbia mai sperimentato il clima d’Irlanda: un giorno di pioggia, uno nuvoloso, un giorno caldo, uno fresco, uno di nebbia e così via.

Una certa stasi fa parte del clima delle nostre latiudini, ma con il flusso perturbato atlantico più basso era assicurata una maggiore variabilità, poi il fronte polare si è alzato di latitudine, gli anticicloni sono diventati sempre più invadenti e persistenti, l’inverno è ormai affidato ad irruzioni fredde che si contano sulle dita di una mano nell’arco di una stagione, fa più caldo e i mari si scaldano sempre di più e quando arriva finalmente una depressione, gli anticicloni non mollano l’osso, rimangono lì a pochi km, a bloccare il flusso delle correnti, per cui i corpi nuvolosi stazionano sullo stesso luogo per giorni, mentre il mare caldo e l’orografia italiana aiutano a far crescere mostri temporaleschi da 500mm a botta, con conseguenti risvolti alluvionali, specie laddove il territorio è stato barbaramente assassinato, sventrato e soffocato. E’ tutto qui il riassunto del clima della nostra vita recente, o poco più".

Il groviglio di spaghetti che vi mostriamo, che dovrebbe inquadrare una linea di tendenza per la fine del mese,  in realtà mostra un gran kaos e una totale incapacità dei modelli probabilistici di farci comprendere se vi sarà o meno una sensibile mutazione del tempo verso condizioni prettamente invernali oppure no.

L’idea di fondo, cioè quella di un affondo freddo che ci raggiunga da nord o da est, resta ancora valida, ma si tratta più di sensazioni umane frutto dell’esperienza, di anni e anni di osservazioni e di analisi statistica, più che di un ragionamento logico e razionale, che oggi razionale proprio non riesce ad essere.

 

Autore : Alessio Grosso